Ferrari 296 GTB, una vera e autentica “figlia di Maranello”
Ferrari inventa icone, non autovetture. E, periodicamente, pone in atto una rivoluzione, ad esprimere una soluzione di continuità rispetto al passato anche recente, presentando modelli che sono da considerare un tournant definitivo. È il caso della 296 GTB.
In cosa consiste la rivoluzione? Innanzitutto dalla motorizzazione, per la prima volta affidata a un sei cilindri, centrale – posteriore, biturbo, 2992 cc., a 120° coadiuvato da un elettrico plug-in per una potenza complessiva di sistema pari a 830 cavalli (il termico apporta 663 cavalli, l’elettrico 167). La coppia è conseguente: 730 Nm. Il che significa prontezza immediata: l’accelerazione da 0 a 100 chilometri orari avviene in 2”9. La velocità massima è di 330 km/h.
Motore originale ma che non costituisce una novità assoluta. Un V6 centrale-posteriore spingeva la 246 SP e la 156 F1, vincitrici rispettivamente della Targa Florio e del Mondiale di Formula Uno. Era il 1961. Il turbo centrale equipaggiava le F1 di inizio anni ottanta del secolo scorso, mentre l’architettura ibrida è propria delle monoposto dal 2014. Inedita è la configurazione a V da 120°. Si può viaggiare con il solo motore elettrico per venticinque chilometri.
Secondo il ciclo WLTP, il consumo si attesta a 6,4 litri per 100 chilometri. Il rapporto peso-potenza è di 1,77 kg/cv. La trasmissione è “F1” a otto rapporti e doppia frizione. La batteria del motore elettrico viene gestita con quattro modalità di guida. Altra innovazione, il sound, che ripropone in un V6 le note classiche del dodici cilindri. Il design è splendido. Si tratta di una berlinetta a due posti, ispirata ad un preciso concetto.
Compattezza, questo il mantra della 296 GTB, conferito dal passo corto (ridotto di cinquanta millimetri rispetto alle altre berlinette Ferrari), dai sopraruota possenti, dalla coda tronca e dal lunotto verticale. La lunghezza supera di poco i quattro metri e mezzo. Compattezza ma, anche, solidità e profilo aggressivo: una vera e autentica figlia di Maranello. Particolare lo spoiler posteriore mobile attivo, integrato nel paraurti, che si solleva quando si produce un’accelerazione superiore ad un livello prestabilito.
Dal punto di vista dinamico, il brake-by-wire e gli ammortizzatori magnetoreologici SCM-Frs comportano un’agilità davvero ragguardevole. All’interno, spicca l’interfaccia full-digital. La 296 GTB ha una vocazione sportiva, diremmo prevalentemente pistaiola, e quindi l’assetto è rigido, con i sedili in carbonio ma, comunque, si possono apprezzare eleganza e raffinatezza. Da una sportiva non ci si aspetterebbe la capienza del bagagliaio, di tutto rispetto (202 litri), accompagnata dalla possibilità di sfruttare anche il retro dei sedili per piccoli colli. I puristi a cui non bastano le caratteristiche descritte possono optare per l’Assetto Fiorano, dai contenuti aerodinamici ancora più sofisticati.