L’eleganza old english della Aston Martin DB11
Per novanta persone su cento, ritengo, l’Aston Martin è l’automobile di James Bond. Un’accoppiata, direi una simbiosi, che ha accompagnato il celebre agente 007 e che lo assiste tuttora, con l’apice del prototipo da tre milioni di sterline parcheggiato nel Tevere durante le scene romane di “Spectre”. In effetti, questa simbiosi ha arricchito il fascino dell’Aston, nel senso che l’ha fatto conoscere a livello planetario fra i non addetti ai lavori.
In realtà, il fascino è in re ipsa: come per la Porsche 911 il family feeling è inconfondibile, e come per la Porsche 911 è uno stile che non annoia, anche perché è stato periodicamente rivisitato e aggiornato per stare al passo con i tempi, anzi, spesso, per precorrerli. Eccola, quindi, la nuova nata, la “DB 11”, con la consueta e raffinata eleganza tipicamente anglosassone. Anglosassone ma temperata dalle due nuove anime che l’hanno integrata e un po’ scalfita. La prima è squisitamente italiana: da alcuni anni, l’azionista di maggioranza relativa è Investindustrial, società che fa capo all’imprenditore Andrea Bonomi. La seconda, invece, ha matrice tedesca, segnatamente Mercedes – AMG. E qui si palesa qualche scalfittura.
In senso positivo, l’adozione del propulsore, un 5.2 litri sovralimentato a dodici cilindri. In senso negativo, almeno per me che amo lo stile Aston, una certa ordinarietà negli interni e nei comandi, tipici delle auto tedesche, pur con elevata qualità dei materiali impiegati. Questione di gusti, certo, la contaminazione può essere diversamente interpretata. Diciamo che non hanno spazio soluzioni esteticamente e funzionalmente originali. Dal punto di vista strettamente tecnico, la “DB11” condivide con gli ultimi modelli la medesima piattaforma “VH”. La tradizione viene rispettata con la trazione posteriore e il motore sotto il cofano anteriore, di dimensioni generose, come sempre, per sottolineare la vocazione gran turismo. È una classica 2 + 2, con i sedili posteriori piuttosto stretti; non è un difetto, beninteso, posto che stiamo trattando di una supercar, non di un’ammiraglia o di una crossover. Dal punto di vista motoristico, la “DB11” è la prima Aston Martin sovralimentata a 12V. L’unità è, appunto, un dodici cilindri biturbo da 5.2 litri, capace di erogare 608 cavalli con la coppia poderosa che si situa a 700 Nm e la trasmissione ZF a otto rapporti, decisamente performante. Particolarità pregevole è la possibilità di disattivare una delle bancate. Sono offerte due modalità di guida, “Sport” e Sport Plus”. La velocità massima è stimata in 322 km/h con un’accelerazione da 0 a 100 in soli 3″9. È stata prevista anche la motorizzazione 4.0 litri a otto cilindri, presentata nel prestigioso Festival of Speed di Goodwood. Prezzi a partire da euro 190.262.