Mini SE: in primavera il primo modello totalmente elettrico, la “rivoluzione 4.0”
Chi scrive può a buon diritto sostenere di possedere un legame strettissimo con la Mini: entrambi siamo nati nel 1959, a cavallo tra la ricostruzione dopo le ferite profonde della Seconda Guerra Mondiale e il boom economico, che stava per prodursi, inarrestabile, nel mondo occidentale.
Fu un fatto epocale, l’entrata in scena della Mini, sotto l’egida BMC. Una macchina anticonvenzionale, a suo modo rivoluzionaria, che colse immediatamente nel segno. Il suo ideatore, il geniale Alec Issigonis, riuscì a contenerne la lunghezza in 3.03 metri, con uno spazio a bordo in grado di ospitare quattro persone: oggi la chiameremmo ottimizzazione, e che ottimizzazione. Una ventata di democraticità, in un mercato allora molto segmentato, fatto di vetture con una loro identità ben precisa e con un target altrettanto preciso in termini sociali.
Una macchina che portò, altresì, la sua energia originale anche in ambito agonistico: a metà anni sessanta del secolo scorso, la Mini elaborata da John Cooper Works dettò legge nei rally, aggiudicandosi tre volte il “Monte – Carlo” e mancando il poker per una squalifica che fece molto discutere. Dopo sessant’anni, la Casa, oggi di proprietà del Gruppo BMW, opera la rivoluzione 4.0, presentando un modello interamente a propulsione elettrica, che farà il suo esordio nella primavera del 2020.
Si chiama SE, la nuova nata, e non deluderà le aspettative di una clientela affezionata e amante della tradizione. Trazione anteriore, design collaudato, dimensioni usuali, tutto come da copione. Le novità sono costituite dalla calandra praticamente chiusa, dai cerchi stilizzati, da una digitalizzazione accentuata all’interno, ricca di funzioni utili e comode e da un incremento della massa di 140 chilogrammi che, tuttavia, non l’appesantisce.
Secondo le prime anticipazioni, la Mini SE è agile e maneggevole e conserva quel piacere di guida che la contraddistingue, appunto, da sessant’anni. Sempre, insomma, quel divertimento che la progenitrice regalava ai piloti sul Col de Turini e ai possessori di tutti i giorni quando si trattava di affrontare strade di montagna o anche di districarsi nel traffico cittadino.
Il propulsore trova la sua matrice nella soluzione della BMW iS3 e vanta numeri di tutto rispetto. La potenza è indicata in 135 KW, a dire 184 cavalli. L’accelerazione da 0 a 100 km/h è ragguardevole, situandosi sui 7″3. I consumi sono dichiarati in 13.2 KWh per 100 chilometri, con un’autonomia di 235/270 chilometri. Anche la Mini, quindi, si conforma al verbo della mobilità sostenibile, conservando, però, prestazioni da sportiva. Un connubio non sempre scontato, che, nel caso di specie, sembra vincente. Prezzi da euro 33.900.