Piero Puricelli, il padre della “Milano-Laghi”
Piero Puricelli, milanese nato il 4 aprile 1883 e mancato il giorno 8 maggio 1951, era un uomo necessitato a vivere nel suo tempo, ma non gli apparteneva. Già dalla sua formazione: laureato al Politecnico di Zurigo in Ingegneria, nel 1905, quando la stragrande maggioranza della popolazione a malapena usciva dal proprio paese, unico orizzonte disponibile. Lo aiutò, certamente, la sua condizione sociale – era a sua volta figlio di ingegnere – che offriva opportunità del tutto sconosciute ai più.
Orizzonti diversi, che originavano una visione rivoluzionaria, diremmo fantascientifica per allora, sicuramente in anticipo sui tempi. Era attratto dal fascino delle quattro ruote, quando in Italia il parco circolante complessivo si aggirava sulle cinquantasettemila unità e il mezzo principale di locomozione era la bicicletta, che icasticamente simboleggiava sudore e fatica di vivere.
Puricelli, imprenditore discusso oltre che ingegnere, aveva un chiodo fisso: la realizzazione di una strada riservata al traffico a motore e a pedaggio. Già nel 1922 i primi studi e il 20 settembre 1923 l’inaugurazione della “Milano-Laghi”, fino a Gallarate. E il 21 settembre 1924, il completamento fino a Varese. Cento anni giusti, celebrati a Lainate sabato scorso nell’area di servizio “Villoresi Ovest”.
Stando alle notizie dell’epoca, si trattò della prima autostrada al mondo esclusivamente destinata al traffico ordinario. La “Milano-Laghi” è oggi, e da tempo, un’arteria fondamentale per la mobilità del Nord Ovest. Frutto dell’intuizione di Puricelli, che aveva compreso le potenzialità dell’automobile e del suo impetuoso sviluppo e vi aveva scommesso a colpo sicuro. Anche perché lui stesso si definiva “Ingegnere-Architetto”, compendiando, virtù rara, la creatività dell’architetto e la solidità esecutiva dell’ingegnere.
Un personaggio unico che lasciò la sua impronta anche nella realizzazione dell’Autodromo Nazionale di Monza. In team con Arturo Mercanti, direttore dell’Automobile Club Milano e da un altro ingegnere, Alfredo Rosselli, Piero Puricelli costruì un percorso assolutamente innovativo. Due i tracciati: a quello ad alta velocità se ne affiancò uno stradale e l’originalità consistette nel collegamento tra i due, che potevano essere utilizzati insieme, per uno sviluppo totale di dieci chilometri.
Dal progetto alla sua attuazione passarono neanche tre mesi: il 28 luglio 1922 due piloti di punta del secolo scorso, Pietro Bordino e Felice Nazzaro, avevano l’onore di inaugurare la pista, a bordo della Fiat 570. Successivamente, sempre visionario in anticipo sui tempi, propose la costruzione di un’autostrada con lo scopo di collegare il Nord al Mezzogiorno. Quella che sarà, poi, l’autostrada del sole.