Sessant’anni fa una delle edizioni più iconiche del Rally di Monte Carlo

20 Gennaio 2025

Il Rally di Monte Carlo, ufficialmente Rallye Automobile Monte Carlo, vive sessant’anni fa una delle sue edizioni più iconiche. Per la precisione, quello del 1965 è l’appuntamento numero trentatré della sua storia. L’anno precedente si erano imposti i britannici Paddy Hopkirk – Henry Liddon, ma la gara viene ancora oggi ricordata per la prima affermazione della piccola BMC (acronimo di British Sport Corporation), Mini Cooper S, che si ripete poi con l’equipaggio finnico – britannico Timo Makinen – Paul Easter.

La Mini nasce qualche anno prima, nel 1959. La crisi dello stretto di Suez del 1956 provoca il primo scossone del ventesimo secolo sui mercati petroliferi, facendo schizzare il costo dei carburanti. BMC incarica Alec Issigonis di progettare una vettura per aggredire il segmento delle piccole.

Il genio di Issigonis partorisce la Mini, una due porte a trazione anteriore e con il propulsore quattro cilindri 848 cc in posizione anteriore trasversale, che produce una potenza di 34 cavalli. Le dimensioni sono più che contenute: 3.050 metri di larghezza, 1.400 di larghezza e 1.350 di altezza, per una massa di 617 chilogrammi.

Nel 1961, l’interpretazione di John Cooper. Che significa incremento della cilindrata a 997 cc, due carburatori SU da 1.25, freni davanti a disco e potenza che sale a 55 cavalli. La Mini Cooper si rivela vincente nelle competizioni: nel 1963 si aggiudica la classe al Rally di Monte Carlo. Ma è solo l’antipasto, per quanto gustoso.

Dopo l’affermazione al “Monte” del 1964 nella classifica assoluta, ecco l’anno successivo la “Cooper S 1.275” dotata di una cilindrata di 1.275 cc e di una potenza sui 100 cavalli. Ed è ancora magia. La Mini è svantaggiata nella potenza, ma è compatta, altamente dinamica: le sue doti di agilità da kart la premiano sulle strade tortuose e viscide, in uno con la trazione anteriore.

La piccola Mini si prende il lusso di precedere vetture ben più celebrate come la Porsche 904 Carrera GTS seconda con Eugen BöhringerRolf Wüterich, la indistruttibile Saab 96 Sport terza con Pat Moss-CarlssonElizabeth Nyström, nonché Sunbeam Tiger, Rover 2000, Citroën DS 21, Ford Cortina GT, BMW 1800 TI. Il Rally di Monte Carlo diventa una sorta di giardino di casa.

La Mini si ripete nel 1967 con il finlandese Rauno Aaltonen e ancora il britannico Henry Liddon, e solo una squalifica, discussa all’epoca, per fari non regolamentari, la priva di un clamoroso poker, dal 1964 in avanti.

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