Toyota Yaris GR, “una piccola bomba”
Ha compiuto da poco vent’anni. Fu lanciata nel 1999 in patria e nel 2000 sbarcò in Europa, vincendo il titolo di auto dell’anno. È la Toyota Yaris, che la Casa definì “il piccolo genio”. Poteva sembrare una astuta trovata di marketing, un nomignolo attraente. Invece, Yaris trionfò sui mercati, meritandosi l’appellativo e non solo è ancora sul mercato, ma recita un ruolo da protagonista tra le utilitarie.
Con notevole anticipo sui tempi di commercializzazione, Toyota lancia ora una versione che sarà presentata presumibilmente al salone di Tokyo e apparirà nelle concessionarie a fine anno. È la versione sportiva, diremmo estrema.
Già fortemente indicativo il nome: sarà la Yaris GR, dove l’acronimo sta per Gazoo Racing, cioè il braccio del marchio nelle gare, che oggi vedono impegnata Toyota nel Mondiale Rally, nel WEC, cioè il Mondiale Prototipi, e i Raid, tra i quali la Parigi-Dakar. Una versione molto caratterizzata, tanto da poterla identificare quasi un’auto a sé.
Il look ne è la dimostrazione più immediata. Spariscono le portiere posteriori, le gomme sono sormontate da passaruota imponenti, le prese d’aria anteriori sono ridisegnate, i cerchi sono da 18”, l’estrattore posteriore è cattivo, all’interno i sedili sono ribassati, avvolgenti. Morale: la GR deriva direttamente dall’esperienza maturata nel Mondiale Rally, vinto l’anno scorso da Ott Tanak e la sua evoluzione è stata seguita passo a passo dall’ex campione del mondo e attualmente responsabile del team Tommi Makinen. Parliamo di due leggende delle corse su strada.
La proverbiale precisione giapponese ha voluto che la nuova nata si forgiasse su tutti i terreni, dal Nurburgring, l’Università dell’asfalto, alla Finlandia, regno di sterrati e di neve. La Yaris è al momento l’unica vettura appartenente al segmento B ad essere dotata di trazione integrale, che presenta soluzioni avanzate. Il controllo elettronico permette la selezione di tre livelli di ripartizione della coppia tra anteriore e posteriore: 60 – 40, 50 – 50, 30 – 70.
Altre novità interessanti sono la sospensione multilink posteriore e due differenziali Torsen autobloccanti al 35%. Le dimensioni restano compatte (lunghezza 3.9 metri) come contenuto è il peso (1100 chilogrammi), grazie anche all’utilizzo dell’alluminio. Il propulsore è un tre cilindri Turbo 1.6 con cambio a sei marce che eroga 260 cavalli e soprattutto una coppia poderosa fin dai bassi regimi. Il che significa agilità e prontezza, insomma nirvana di guida.
Una piccola bomba, tenuta a bada da un impianto frenante adeguato e da un telaio rigido e inappuntabile. Il prezzo dovrebbe essere contenuto al di sotto dei 40.000 euro.