Volkswagen T-Cross, più un Crossover che un SUV

01 Novembre 2019

Volkswagen punta forte sul segmento SUV/Crossover, ormai da parecchio tempo il riferimento – o, perlomeno, uno dei riferimenti rilevanti – del mercato dell’automobile, un mercato che non appare, attualmente, in piena salute.

Ecco, quindi, che a Touareg, Tiguan e T-Roc viene affiancato quello che potremmo definire il fratello minore, il nuovo T-Cross. Fratello minore, perché innanzitutto la sua ideazione è partita dalla Polo, pur distinguendosene per le dimensioni leggermente più ampie, cinque centimetri in più in lunghezza e quattordici in altezza, caratteristica che conferisce un’ottima visibilità.

Ma qualità e comfort non sono da meno delle parenti maggiori. Dicevamo delle dimensioni: più precisamente la lunghezza pari a 4.11 metri, la larghezza di 1.76 metri e l’altezza di 1.58 metri sono sinonimo di comodità e maneggevolezza.

Cinque passeggeri possono venire ospitati senza alcun sacrificio e la capacità del bagagliaio, ordinariamente di 385 litri, si implementa a 455 litri spostando di pochi centimetri i sedili posteriori, fino a 1.281 litri abbattendo lo schienale posteriore.

Proprio all’interno ritroviamo i concetti guida di Volkswagen. L’arredo si conforma alla consueta sobrietà, con qualche elemento ravvivante, come gli inserti colorati che vanno a delimitare il tunnel centrale e la consolle di fronte al conducente. All’esterno, il look, come nella migliore tradizione della Casa, trasmette una sensazione decisa di solidità e di coerenza.

Difetta forse di una sinuosità o di qualche nervatura che l’avrebbero meglio caratterizzata, in linea con i tempi. Unica concessione, peraltro indovinata, la forma sottile e penetrante dei proiettori anteriori a LED.

Più un Crossover che un SUV, se proprio dobbiamo dare alla T-Cross un’identità puntuale, fermo restando che, anche per questa vettura, vale il concetto di contaminazione tra modelli, di cui spesso discorriamo.

A livello di sicurezza, sono offerti in dotazione di serie il “front assist”, dotato di frenata di emergenza, il “blind spot”, per il controllo dell’angolo cieco, il “rear traffic alert”, molto utile in fase di parcheggio con il monitoraggio dello spazio posteriore, il “lane assist”, per il mantenimento della macchina nella corsia di marcia. Il sistema “adaptive cruise control” incide sulla velocità in modo da adeguarla alla distanza di sicurezza previamente impostata, mentre il “park assist” coadiuva il conducente per manovre in sicurezza.

L’infotainment garantisce la connessione collegando lo smartphone e fornisce indicazioni sul viaggio e sulle condizioni della vettura. Capitolo propulsori. Due i benzina. Entrambi a tre cilindri, 1.0 litri, rispettivamente spinti da 95 e 115 cavalli, sono poco assetati (20.4 chilometri con un litro) e rispettosi dell’ambiente (112 g/km di CO2): la versione 115 cavalli segnala una discreta accelerazione a 0 a 100 km/h in 10”2 ed è dotata di cambio automatico a sette marce a doppia frizione.

L’unico Diesel è a 4 cilindri, 1.6 litri, con un consumo di 23.8 chilometri con un litro e con emissioni di CO2 pari a 110 g/km. Prezzi da euro 19.000.

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