Sette film che parlano di musica da recuperare
Nel primo articolo individuale della rubrica cinematografica di Aiace Vda “Incontri ravvicinati con AIACE”, in cui ogni autore potrà condividere una fettina del proprio mondo e del cinema che ama, Alberto Artioli vi guiderà nella relazione tra musica e cinema, osservando attraverso sette film come queste due arti abbiano trovato il modo di trarre il meglio l’una dall’altra.
Potremmo soffermarci lungamente su molteplici adattamenti cinematografici di musical, lungometraggi che raccontano la biografia di artisti, o ancora su film dalla colonna sonora indimenticabile, ma non basterebbe un volume enciclopedico per esaurire l’argomento. Personalmente, preferirei invece concentrarmi su una breve galleria di soggetti musicali fittizi che permettono di raccontare una storia. “Nessuno è perfetto”, “Siamo in missione per conto di Dio”, “Up to eleven” sono solo alcune delle citazioni di film musicali da titoli cult del grande schermo come “A qualcuno piace caldo”, “The Blues Brothers” e “This Is Spinal Tap” che, entrate a pieno titolo nel parlato comune e nell’immaginario collettivo, suggeriscono la vastità e la rilevanza che possono assumere i film che utilizzano la musica come elemento centrale per sviluppare la propria trama. Ecco quindi i sette consigli “cinematografico-musicali” che vi propongo.
“L’uomo dal braccio d’oro” di Otto Preminger
Stati Uniti, 1955
Drammatico
Cast: Frank Sinatra, Kim Novak, Eleanor Parker
Frankie Machine, interpretato da Sinatra, torna in città dopo un periodo di detenzione. In prigione ha imparato a suonare la batteria e si è disintossicato dalla morfina. Tutto tenterà di rimetterlo sulla cattiva strada, l’unica speranza: la batteria e le amorevoli cure della sua vecchia fiamma Molly, interpretata da Kim Novak. Dramma e noir si mescolano in questo gioiello di Preminger tratto dall’ omonimo romanzo di Nelson Algren. Probabilmente una delle più grandi interpretazioni di Sinatra che, in questo contesto, si smarca dalla sua figura di crooner a favore di una performance da antologia.
“A Qualcuno Piace Caldo” di Billy Wilder
Stati Uniti, 1959
Commedia
Cast: Marilyn Monroe, Jack Lemmon, Tony Curtis
Joe e Jerry, rispettivamente Curtis e Lemmon, sono due musicisti jazz di scarsa fortuna che vivono nella Chicago del proibizionismo. Una sera, loro malgrado, assistono a un regolamento di conti tra gangster. Braccati in quanto testimoni del massacro, coglieranno l’occasione per lasciare la città unendosi a un’orchestra femminile capitanata da Zucchero “Candito” Kandinsky, ovvero Marilyn Monroe. Per fare tutto questo, Joe e Jerry si fingeranno Josephine e Daphne. Da qui una serie di spassosissimi equivoci orchestrati magistralmente da Wilder e interpretati in maniera altrettanto indimenticabile. Imperdibile la scena iconica in cui Monroe canta “I Wanna Be Loved By You” nel salone dei ricevimenti del “Hotel Del Coronado”, ormai entrata a pieno titolo nell’iconografia pop mondiale.
“The Blues Brothers” di John Landis
Stati Uniti, 1980
Commedia
Cast: John Belushi, Dan Aykroyd, Carrie Fisher
Jake ed Elwood, Belushi e Aykroyd, hanno avuto un’illuminazione divina: rimettere insieme la band per aiutare economicamente l’orfanotrofio dove sono cresciuti. Dai singoli componenti della band fino ai camei di cui è costellato, il film è un susseguirsi di nomi leggendari della musica mondiale. Aretha Franklin, James Brown, Ray Charles e tantissimi altri si prestano per questo capolavoro della comicità a firma Landis, Aykroyd. Gag esilaranti si susseguono a classici del blues, rnb, soul e rock’n’roll in un film che credo sia impossibile non abbiate visto, ma allo stesso tempo era impossibile non citare.
“American Pop” di Ralph Bakshi
Stati Uniti, 1981
Animazione, Drammatico
Quando parliamo di Bakshi, parliamo di uno dei più raffinati autori d’animazione al mondo. L’israeliano è dedito ad un cinema completamente avulso dall’animazione per bambini e anche questa volta non si smentisce. Una storia di emigrazione, emarginazione e riscatto vista attraverso le vite di Zalmie, Benny, Tony e Pete. Esistenze scandite a suon di musica, un destino condiviso di padre in figlio. Mentre la musica accompagna uno dopo l’altro i percorsi di questi quattro personaggi, sullo sfondo scorre un’America che muta nelle mode e nei trend, ma rimane coerente nel rigettare il diverso ai margini della società. L’unica chance per emergere è assoggettarsi ad un sistema che fa del successo l’unico vero valore da perorare ad ogni costo.
“This Is Spinal Tap” di Rob Reiner
Stati Uniti, 1984
Commedia, Documentario
Cast: Rob Reiner, Michael McKean, Christopher Guest
Ecco il principe di tutti i “mockumentary”, ovvero dei falsi documentari dal taglio decisamente parodistico, nel nostro caso una vera e propria messa in ridicolo di tutti gli stereotipi legati al rock e ai suoi grandi. Pervaso da una vena assolutamente demenziale, “This Is Spinal Tap” è un film di culto sia per il pubblico che per gli addetti ai lavori del campo musicale, senza contare le innumerevoli rock star tra le fila dei suoi fan. Mai distribuito in Italia il film esiste solo in versione sottotitolata anche se il suo impatto sul mondo anglofono è sterminato. Sicuramente ispirato da “Zelig” e “Prendi i soldi e scappa” di Woody Allen, continua ad essere citato, generare imitazioni, dischi e a breve avrà persino un sequel.
“The Commitments” di Alan Parker
Irlanda, 1991
Drammatico, Commedia
Cast: Robert Arkins, Michael Aherne, Angeline Ball
Lungometraggio corale di Alan Parker ispirato all’omonimo romanzo di Roddy Doyle, vede il protagonista Jimmy Rabbitte improvvisarsi manager di una band soul nei sobborghi di Dublino. La band diventa l’occasione per sfuggire all’alienante logica della vita che la città riserva ai figli della classe proletaria. Non senza contrasti e dissidi, il gruppo reagisce allo squallore urbano con la passione che mette nella musica e la speranza di una vita migliore. Disfunzionale, caotico, agrodolce e a tratti persino comico, il film è uno stupendo affresco dei tardi anni Ottanta nella periferia irlandese punteggiato da performance musicali mozzafiato. Vi ritroverete a sorridere, arrabbiarvi e persino versare qualche lacrima assieme ai ragazzi del gruppo, imperdibile.
“Scott Pilgrim vs. the World” di Edgar Wright
Stati Uniti, 2010
Commedia, Sentimentale
Cast: Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Kieran Culkin
Scott è un bassista di 23 anni dalle inesistenti prospettive, terribilmente nerd e vittima di un’adolescenza alla quale sembra ancorato saldamente, che si innamora di Ramona. Poco importa se per conquistarla dovrà sconfiggere i suoi sette ex fidanzati riuniti in una confraternita decisa a determinare il futuro della ragazza, Scott è pronto a raccogliere la sfida. Tratto da un fumetto, questo film è un riuscitissimo e brillante melting pot di differenti linguaggi sospeso tra cinema, videogame, fumetti, cartoni animati e musica. Dal regista dell’“Alba Dei Morti Dementi” e “Hot Fuzz” non potevamo che aspettarci un lavoro di questa caratura. L’ironia pungente nei confronti del protagonista per una volta ribalta la prospettiva del nerd buono contro il resto del mondo cattivo. Il film scaglia frecciatine indifferentemente verso tutti e ne mette a nudo contraddizioni e idiosincrasie, rendendolo così godibile a un pubblico di tutte le età.
Alberto Artioli