Alessandro Ansermé: apicoltori non si nasce, si diventa per passione

28 Luglio 2020

Faceva un altro lavoro Alessandro Ansermé quando, una decina di anni fa, per curiosità, decide di iscriversi e frequentare un corso per apicoltori. Così facendo all’età di 25 anni scopre il mondo delle api, ne rimane conquistato al punto che, nel giro di qualche anno, ne fa il suo mestiere principale. Ho cominciato con poche arnie, poi ogni anno aggiungevo famiglie fino a quando ho dovuto fare una scelta, o diminuivo le api o mi ci dedicavo praticamente a tempo pieno”.

La passione di Alessandro è palpabile: quando parla del lavoro con le api Alessandro si illumina in viso. “Mi piace seguire le api, accompagnare la crescita e lo sviluppo delle famiglie che avviene in primavera. Sono soddisfatto quando vedo che stanno bene”. Un lavoro complesso, fatto di cure e di attenzioni continue. “Se è vero che sono le api a fare il miele, noi dobbiamo scegliere il luogo e metterle nelle condizioni di vivere in salute”.

Da tre anni circa lo affianca un giovane collaboratore. “Prima mi aiutava mio papà, poi ho deciso per un collaboratore in grado di intervenire anche se dovessi stare male o avere qualche problema”. Ora Alessandro di anni ne ha 35, vive ad Arnad con la sua famiglia e si sposta sul territorio del Canavese e della bassa valle per seguire i diversi apiari che ha impiantato. “In primavera lavoro in Piemonte, sotto Ivrea, dove faccio una discreta quantità di miele di acacia, poi mi sposto in valle, tra Issogne e Donnas, per quello di castagno”.

Come praticamente tutti i lavori agricoli anche quello dell’apicoltore è un mestiere strettamente legato al meteo e alle fioriture. Così Alessandro all’avanzare della stagione, di notte, procede agli spostamenti degli apiari alzandosi progressivamente di quota. “Finito il castagno, verso inizio giugno portiamo le api in montagna”. Prima a Champorcher e a Chevrère, poi ai 1800/1900 metri di Gressoney ed Estoul per produrre il millefiori e il miele di rododendro. Terminato il ciclo, le api vengono riportate in Canavese per passare l’inverno. Qui vengono trattate contro l’acaro varroa, uno dei più pericolosi parassiti delle api, ed eventualmente nutrite.

Una piccola realtà che si misura con i grandi cambiamenti climatici. Alessandro nonostante l’esperienza ancora breve si è già accorto di condizioni meteo diverse. “Solo dieci anni fa di miele di acacia quando andava male si facevano le quantità che oggi raggiungi quando va bene”. Poi le temperature altalenanti, gli inverni caldi e le primavere fredde, lunghi periodi senza precipitazioni e poi intense piogge per giorni. Tutte condizioni che mettono a rischio il lavoro degli apicoltori così come il problema dei pesticidi usati nei campi intorno agli apiari che possono avvelenare le api.

Il miele di Alessandro Ansermé, invasettato in laboratorio, si trova nei mercatini o nei negozi e supermercati valdostani. “Negli ultimi tempi abbiamo privilegiato la vendita nei negozi perché ci porta via meno tempo: i mercatini si svolgono d’estate proprio quando c’è bisogno di seguire di più le api”. Le eventuali eccedenze vengono invece vendute all’ingrosso.

Ora il problema è non esaurire subito tutto il prodotto. “Se all’inizio dell’attività eravamo contenti di vendere il miele subito, ora l’obiettivo è averne per tutto l’anno anche per far fronte alle richieste dei negozi e dei supermercati a cui conferiamo”. Un’esigenza tipica delle aziende in crescita, come quella di Alessandro Ansermé, chiamate sempre di più a misurarsi con le richieste del mercato e dei consumatori.

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