Alessia Ceppi e la nascita di Naturalys, una serie di fortunati eventi
A volte nella vita si viene “travolti” dagli eventi, e questa storia di una delle aziende di Coldiretti ne è la dimostrazione in senso positivo. La nascita di Naturalys è dovuta ad una concatenazione di fattori che hanno portato Alessia Ceppi e suo marito Aldo a partire da quattro alveari per arrivare ad un agriturismo e punto vendita che lavora senza sosta con pranzi, cene, apericene, merende e vendita di ortaggi e piccoli frutti freschi e marmellate, succhi di frutta, miele.
Naturalys apre i battenti a Gaby nel 2011, dopo che Alessia, per anni responsabile della selezione del personale in un’agenzia interinale e divenuta madre di due gemelle, lascia il lavoro per dedicarsi a tempo pieno all’azienda agricola. “Abbiamo iniziato, per avere un’attività extralavorativa, con quattro alveari”, racconta. “Mio marito lavorava nel dipartimento forestazione in regione, per 19 anni ha avuto contratti a tempo determinato e quindi non era soddisfatto dal punto di vista professionale, ma aveva la passione per l’apicoltura. Io avevo una paura matta, non volevo neanche avvicinarmi, ma la prima volta che sono andata mi sono subito innamorata. Abbiamo fatto il corso, in un attimo ci siamo ritrovati con 25 famiglie ed abbiamo avuto l’esigenza di trovare un laboratorio per la smielatura, almeno per l’autoconsumo”.
La produzione del miele cresceva, così, con solo un cartello fuori dalla porta di casa, la gente ha iniziato a comprarlo. In tre anni gli alveari sono diventati 15 e la famiglia di Alessia, ormai composta da quattro persone, aveva bisogno di una casa più grande. “Abbiamo trovato questo prato qui in frazione Zuino, abbiamo iniziato a costruire un edificio con la casa al piano di sopra ed il laboratorio per la smielatura sotto. Volevamo fare un bed&breakfast, ma l’attività agricola ha preso il sopravvento, ed era quello che più ci piaceva: la gente veniva a comprare il miele ma intanto voleva anche la verdura fresca. In pratica, abbiamo fatto quello che ci ha chiesto la gente”.
L’apicoltura e la coltivazione dei piccoli frutti si sposano alla perfezione, così Alessia opta anche per la produzione di marmellate – rigorosamente preparate in pentola. Poi il boom nel 2015: “Ci chiedevano: ‘Ma non possiamo mangiare i mirtilli qui fuori?’. Ho dovuto iniziare a tenermi da parte i frutti per poter fare le marmellate ed i succhi, altrimenti avrei venduto tutto il fresco”.
Fatto il corso per agriturismo per fornire delle merende fatte in casa a base di dolci e frutti di bosco, il passo per servire anche i pasti è stato breve. Una sala interna ed una esterna per pranzi il sabato e la domenica a base della verdura coltivata a pochi metri: “Siamo rimasti un ristoro vegetariano, perché voglio cucinare con quello che produco io. Cerco di fare tutto in base a quello che ho quel giorno, primi, secondi e dolci, oltre al pane ed ai sottaceti. Metto sottolio e sottaceto tutto, anche se preferisco non venderlo. Abbiamo solo aggiunto nel tagliere dell’antipasto formaggi e salumi che prendiamo da una piccola azienda di Arnad. Le merende continuano a funzionare benissimo, non ce l’aspettavamo, ed anche la vendita delle nostre verdure fresche e dei piccoli frutti va al di là delle nostre aspettative”.
Il Covid ha influito relativamente, più che altro nella diminuzione dei coperti e delle fattorie didattiche con scuole e centri estivi.
“Abbiamo sempre reinvestito quello che guadagnavamo, aggiungendo un pezzettino per volta. Il salto è stato quando ho fatto il corso per giovani agricoltori, lì da attività hobbistica diventa qualcosa di imprenditoriale. Ora partecipiamo ad un bando del GAL per trasformare la casa qui vicino in appartamento da affittare”.