“Au potager de Grand mère”: l’orto di famiglia diventa un’azienda

13 Settembre 2019

Ci sono persone che la genuinità se la portano addosso, come fosse un tatuaggio. La scorgi nel loro modo di raccontarsi, di accoglierti, dal tono di voce cha tradisce emozione quando parlano di cose a cui tengono. Una di queste è Alessio Nicoletta, titolare, insieme al fratello Mattia, della azienda agricola “Au potager de Grand mère” di Fénis. Lo incontro nella casa di famiglia di frazione Les Crêtes, circondata dai prati e dai campi coltivati: lì vicino sorgono buona parte degli orti e delle serre che nel tempo i due fratelli hanno installato.

Davanti ad un caffè Alessio mi racconta la storia della sua azienda, intrinsecamente legata alla storia della sua famiglia. Nonno e nonna agricoltori di sussistenza, mamma e papà che, pur facendo un altro lavoro, non abbandonano la terra e poi Mattia e Nicoletta che, forti di una tradizione e come investiti da una sorta di vocazione, scelgono e si laureano in scienze agrarie.

Nasce così, come una scommessa, 10 anni orsono, “Au potager de grand mère” che deve il nome alla figura carismatica di nonna Fernanda, vissuta fino all’età di 93 anni. All’inizio la superficie coltivata è piccola – sono poco più di 2mila metri quadri – e l’azienda si specializza sull’orticoltura in pieno campo. “L’esigenza allora era tutto sommato semplice: trovare per me un’occupazione estiva durante gli studi universitari e riempire un po’ il tempo libero di mio fratello che in quel periodo aveva un’altra occupazione” mi racconta Alessio.

I primi anni di duro lavoro e scarso guadagno

I primi anni sono indubbiamente tra i più duri: tanti sacrifici, tanto lavoro e continui, seppur graduali, investimenti. “Il lavoro era duro perché non potevamo permetterci determinati macchinari. Tutto ciò che si guadagnava poi veniva reinvestito in azienda”.

La forza dei Nicoletta, allora come di oggi, sta nell’unità della famiglia, nella loro capacità di stringersi attorno ad un obiettivo comune. “Siamo due fratelli, ci dividiamo gli aspetti imprenditoriali da seguire, i nostri genitori, ma anche gli zii, hanno sempre creduto in noi”. Tra gli atout vincenti Alessio annovera anche i collaboratori. “Siamo stati fortunati, abbiamo sempre trovato ottime persone che hanno creduto seriamente a questo progetto insieme a noi e tuttora ci credono”.

Dalla vendita in azienda ai mercatini e l’approdo presso la grande distribuzione

Mattia e Alessio non si fermano. Dai soli campi coltivati passano alle serre per allungare un po’ le stagioni valdostane, troppo brevi e rigide per consentire ad un’azienda e a due famiglie di vivere tutto l’anno. “Le chiamiamo serre, ma in effetti sono tunnel di copertura, ovvero strutture che coprono le piante e le riparano dal gelo in una fase iniziale o tardiva della coltivazione”. Qui le colture non vengono quindi forzate e la stagionalità, uno dei must della produzione locale, viene rispettata. “Siamo in linea con la natura, solo ci proteggiamo un po’”.

E così gradualmente, insieme agli investimenti e al lavoro, arriva anche la crescita. “Pian pianino, ci siamo ingranditi, siamo passati dalla vendita diretta in azienda ai primi mercatini rionali del Comune di Aosta dove eravamo, di fatto, gli unici veri agricoltori”. La consacrazione arriva alcuni anni dopo quando la Gros Cidac decide di aprirsi ai prodotti del territorio e inserisce “Au potager de Grand mère” tra i suoi fornitori. “Dalla piccola superficie iniziale ora siamo arrivati a 60mila metri quadri coltivati di cui 20 mila sono sotto tunnel di protezione”.

Il nuovo fronte aziendale: l’allevamento

La crescita di consapevolezza da parte dei consumatori, la ricerca del prodotto locale, la voglia di mangiare cibo di cui si conosce la provenienza sono tutti elementi che, indubbiamente, avvantaggiano il lavoro di Alessio Nicoletta e di suo fratello. La loro voglia di fare, lo spirito imprenditoriale, la scelta di formarsi continuamente per imparare nuove tecniche fanno il resto. E così si apre un nuovo fronte aziendale. “Anche per dare una prospettiva di lavoro annuale alla nostra famiglia abbiamo deciso di spenderci nell’apicoltura prima e poi, in ultimo, nell’avicoltura”.

Da 7 anni a questa parte “Au Potager de Grand mère” alleva galline ovaiole per la produzione di uova e da 5 ha deciso di puntare anche sull’allevamento di polli da carne. “Sono razze ruspanti, con cicli molto lenti di accrescimento, dai 4 ai 6 mesi, che nutriamo con gli scarti dell’azienda e grani selezionati”. Il livello qualitativo della carne è elevato, il consumatore se ne accorge e la grande distribuzione, ancora una volta la Gros Cidac, decide di dare fiducia all’azienda dei Nicoletta .

L’incontro prima e l’impegno poi in Coldiretti

E’ tramite il circuito di Campagna amica e degli agrimercati che Mattia e Alessio si avvicinano a Coldiretti. “Quel mondo, sin da subito, ci ha affascinato perché portatore di un valore aggiunto, per noi ha sempre rappresentato una garanzia in più, una credibilità maggiore al fatto che noi siamo dei veri agricoltori”spiega Alessio Nicoletta.

“Uno dei grossi problemi con cui ci scontriamo da anni – continua – è la trasparenza nei confronti dei consumatori che, secondo noi, devono sapere se l’azienda i prodotti se la coltiva o se li compra”. E su questo il disciplinare di Campagna Amica parla chiaro: per aderire bisogna essere coltivatori diretti. Campagna Amica consente poi agli agricoltori di comprare una percentuale di prodotti, anche se minoritaria rispetto a quelli coltivati, ma sempre da altri agricoltori di Campagna Amica, a loro volta controllati.

L’adesione al circuito è stata quindi convinta: ora “Au potager de grand Mère” è presente in media in quattro agrimercati settimanali in estate e partecipa alle diverse iniziative organizzate da Coldiretti sul territorio. E nelle associazioni, si sa, dalla partecipazione alla governance il passo è breve: dal 2018 Alessio Nicoletta assume anche la Presidenza di Coldiretti Valle d’Aosta.

“Credo molto nell’agricoltura valdostana e quindi ho accettato di prendermi questa responsabilità”. Un ruolo di cui Alessio, in virtù della sua proverbiale genuinità, non nasconde le difficoltà e le insidie. “E’ un momento complicato e di grandi trasformazioni e fare il Presidente richiede molto tempo perché le risposte che il mondo agricolo valdostano si aspetta sono tante”. La voce che si incrina e le mani che si agitano testimoniano come anche su questo fronte Alessio Nicoletta ce la stia mettendo tutta.

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