Come affrontare la “Pandemic Fatigue”
La pandemia contribuisce enormemente ad incidere sulla salute mentale, rendendo le persone maggiormente depresse e ansiose: l’isolamento, l’impossibilità di abbracciare gli altri, il distanziamento obbligatorio, la paura di contrarre oppure di essere un veicolo per il virus, la precarietà economica, lo stress causato dall’impossibilità di vedere una fine certa e sicura. Tutto ciò rende l’uomo più vulnerabile, più arrabbiato, più sfiduciato, più stanco.
Il senso di disagio lo stiamo respirando quotidianamente, la stanchezza si sta facendo da padrona. Sono aumentati i malesseri legati alla salute mentale. Il disagio emotivo sta diventando un’emergenza sanitaria. A tutto questo si sta aggiungendo la Pandemic Fatigue, termine coniato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per indicare il crescente senso di demotivazione nelle persone nel mettere in atto i comportamenti protettivi necessari per la tutela della salute del singolo e dell’intera comunità …. E questo aggiunge criticità alla criticità.
Se pensiamo al nostro funzionamento cerebrale è più semplice comprendere questo fenomeno, ma lo comprendiamo ancora di più se ci immergiamo nel passato e ripercorriamo quello che ognuno di noi ha vissuto a marzo e ad aprile dell’anno scorso. Eravamo di fronte ad un evento critico, eravamo spaesati, impauriti, il nostro sistema di sopravvivenza ha dovuto adattarsi fisicamente e mentalmente alle nuove situazioni e ci siamo riusciti, vivendo addirittura, durante l’estate, un momentaneo “sospiro di sollievo”.
Quando però la situazione di crisi si protrae per periodi lunghi, come sta accadendo ora, il modo di affrontare le cose cambia inevitabilmente: la minaccia legata al virus viene meno percepita man mano che passa il tempo, come se le persone si abituassero alla sua presenza, il vissuto di perdita legato alle restrizioni fanno pendere l’ago della bilancia più sui costi legati a tali vincoli rispetto ai rischi legati al virus stesso; ma l’aspetto più interessante è che il vivere per un periodo così lungo un’emergenza, fa sì che il nostro cervello, per difesa, si metta in modalità “rassegnazione”. Il vissuto di impotenza, legato al fatto che le difficoltà perdurano e sotto un certo senso peggiorano, si pensi per esempio alla situazione economica, porta inevitabilmente il cervello a impegnare meno energia per sconfiggere la crisi. Ha appreso in sostanza che i suoi sforzi non funzionano. Addirittura viene meno l’emozione della paura, perché le persone si abituano alla minaccia, il cervello si è nuovamente adattato. Conseguenze? Il grosso senso di sfiducia nel sistema …
Di fronte a questo senso di impotenza e di sfiducia è necessario agire e ricordarci il senso di responsabilità che ognuno di noi ha come libero cittadino.
Da un punto di vista emotivo, per poter rimanere a galla in questo periodo storico particolarmente difficile e che ci sta mettendo a dura prova, diventa utile usare l’attenzione consapevole su tutte le emozioni che sperimentiamo quotidianamente. Tenete presente che ogni giorno noi viviamo sia emozioni piacevoli sia emozioni spiacevoli, quest’ultime però, da un punto di vista fisiologico sono più intense e durano più a lungo. Come conseguenza, se nello stesso giorno ci prendiamo un bello spavento o ci facciamo una bella risata, ci viene prima in mente l’emozione legata alla paura rispetto a quella legata alla felicità. Anche se ciò può non farci piacere, è fondamentale che questo fenomeno avvenga proprio secondo il principio su cui si basa il meccanismo di sopravvivenza del nostro sistema umano. Infatti la paura si manifesta di fronte ad un pericolo, che il cervello stesso vive come “alert” per la propria vita.
Le emozioni piacevoli, proprio per la loro natura, passano molte volte inosservate, per notarle è necessario porre la giusta attenzione su di loro.
È utile diventare consapevoli su ciò che ci procura allegria, serenità, cosa ci permette di risvegliare l’interesse e la curiosità. Per mantenere un buon equilibrio emotivo è importante crearci uno stile di vita ricco di emozioni piacevoli quotidiane e viverle con consapevolezza. È buona abitudine scrivere le proprie attività di svago, frequentare le persone che ci fanno stare bene, anche semplicemente con una telefonata. Porre l’attenzione su quello che si ha e non su quello che ci manca. Riconoscere l’emozione, fargli spazio dentro di noi, senza fuggire.