Pensare bene per vivere meglio: inizia oggi una nuova rubrica curata da Nicoletta Savoye
Se qualcuno mi dovesse chiedere quando ho iniziato ad interessarmi di psicologia, non saprei rispondere, perché semplicemente non me lo ricordo, so solo che l’attenzione per questa disciplina mi ha sempre accompagnata.
Quando sono arrivata alla fine della maturità mi sono trovata davanti l’opportunità di realizzare il mio sogno.
Durante i miei studi però, trovavo la psicologia poco pratica, mi piaceva ma mi mancava qualcosa. Poi per puro caso (anche se il caso non esiste) ho dato un esame e tra i libri da studiare c’era “Psicoterapia cognitivo comportamentale” di E. Sanavio. Mi si è aperto un mondo… in questo libro la psicologia era pazzescamente pratica!
Terminato l’università e preso l’abilitazione alla professione, mi sono iscritta ad un Master in Psicologia dello Sport e qui, quel qualcosa che mi mancava l’ho trovato: psicologia pratica, misurabile e concreta. Lì si parlava di metodologie cognitive e comportamentali. È stato naturale successivamente intraprendere uno studio specifico in questo settore.
Vediamo in modo specifico cosa si intende per Psicoterapia Cognitivo Comportamentale e perché uno dovrebbe chiedere aiuto ad un professionista con una formazione in tale ambito.
Nata intorno agli anni ’60, oggi è l’unica ad aver ottenuto maggior conferma scientifica nel panorama nazionale e internazionale.
È una terapia strutturata, nel senso che segue un protocollo ben definito per ciascun disturbo in modo da assicurarne la massima efficacia.
È direttiva, il terapeuta istruisce il paziente sul come “fare”, in modo che diventi egli stesso l’”esperto” del suo problema.
Di breve durata, in quanto si hanno già cambiamenti significativi entro i primi mesi di trattamento.
È orientata al presente, è volta a risolvere i problemi attuali, anche se generalmente l’origine risale all’infanzia.
Le sue finalità sono:
Modificare i pensieri e le credenze distorte
Modificare le emozioni disfunzionali e i comportamenti negativi che ne conseguono
Produrre cambiamenti duraturi nel tempo
Agisce e lavora, come riporta il suo stesso nome, sul pensiero (cognitivo) e sul comportamento.
La psicoterapia cognitiva comportamentale mette in evidenza come i disagi emotivi siano frutto della relazione intrinseca esistente tra i pensieri, le emozioni e i comportamenti.
Faccio un esempio: il Sig. Giovanni ogni qualvolta vorrebbe esprimere il suo pensiero, automaticamente insorgono nella sua testa pensieri del tipo “e se poi faccio una figura da stupido?”, “e se poi uno si mette a ridere per quello che dico?”, “e se poi vengo giudicato negativamente?”. Questi tipi di pensiero fanno nascere emozioni nocive come la vergogna, l’imbarazzo, il disagio. Di fronte a queste emozioni che tipo di comportamento può mettere in atto Giovanni? È molto probabile che non dica nulla, nella peggiore delle ipotesi lascia il luogo della discussione, evita e fugge.
Questo concetto può essere rappresentato secondo questo schema:
“e se poi uno si mette a ridere per quello che dico?” (Pensiero ansiogeno e negativo)
↓
imbarazzo, vergogna (emozione provata)
↓
non esprimo il mio punto di vista (comportamento messo in atto)
Da questo schema possiamo osservare come un pensiero abbia causato un’emozione e come un’emozione abbia generato un comportamento.
Ora provate a modificare il pensiero con uno più funzionale e realistico.
“sono libero di esprimere quello che penso, se poi qualcuno non condivide il mio pensiero, pazienza non c’è nulla di male, può succedere”
↓
Questo pensiero non evoca nessuna particolare emozione intensa
↓
Dico il mio pensiero, non subisco la situazione
Imparare a valutare in modo più realistico le situazioni intorno a noi, attraverso il cambiamento del modo di pensare, produce un correlato miglioramento del proprio stato di benessere.
Questo è uno degli obiettivi raggiungibili con un trattamento cognitivo comportamentale.
Per informazioni:
Nicoletta Savoye
Sito: www.nicolettasavoye.it
346 2203071