Vuoi imparare a stare meglio? Accetta le emozioni

21 Ottobre 2019

Può succedere di stare male, di vivere dei momenti della propria vita in cui sembra che niente funzioni e che niente possa servire per farci star meglio; dove si ha la sensazione di testa piena, di voglia di piangere o semplicemente di scappare, poi da che cosa… non si sa nemmeno. Più che altro è la sensazione di desiderare un cambiamento. Purtroppo però, nella maggior parte delle volte, cerchiamo un cambiamento al di fuori di noi. Niente di più sbagliato. La maggior parte delle volte, invece, sarebbe sufficiente e necessario permettere a noi stessi di modificare il nostro modo di vivere con noi stessi. Imparare ad accettarci per come siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, imparare a convivere con le emozioni che nascono dentro di noi.
Facile? No, per niente. Possibile? Sì, certo.

Mi succede spesso di incontrare nel mio studio persone che non riescono a vedere una via d’uscita, che ci hanno provato in diversi modi, ma senza ottenere risultati, oltre che sprofondare ancora di più nel marasma della sfiducia nel prossimo. In questi casi, la prima cosa che faccio è raccogliere il dolore che portano con sé, e spiegargli che insieme e lavorando come una squadra, è possibile disfare la matassa che li incastra ormai da tempo.
Il primo passo da fare, e non nego che è quello più difficile, è accettare le emozioni che sperimentiamo. Il problema è che ci sentiamo sopraffatti da queste, a tal punto che le rinneghiamo e ne abbiamo timore. Succede poi che vogliamo gestirle per ridurne l’intensità, ed ecco che iniziamo a mettere in atto strategie inadeguate, sbagliate, che ci fanno stare ancora peggio di come stiamo adesso. Queste sono per esempio: dipendenza da fumo, abbuffate, colpevolizzazione degli altri, vittimismo, ruminazione, rimuginio, dipendenza dai social. La cosa più beffarda è che abbiamo l’ipocrisia di pensare di stare meglio. In realtà un immediato sollievo è presente, e questo perché, quando mettiamo in atto comportamenti come quelli descritti sopra, spostiamo l’attenzione dall’emozione, con l’illusione di averla cancellata. Ma sappiamo benissimo quanto questo sia momentaneo e sopratutto illusorio.

Il circolo vizioso in cui spesso cadiamo è quello di provare un emozione intensa, per esempio la rabbia. Questa non la riconosciamo subito, sentiamo solo che stiamo male e che non ne possiamo più. Ecco che mettiamo in atto un comportamento, che spesso è diventato automatico, come quello di aprire il frigo e mangiare o fumare (ognuno ha il suo), subito l’intensità si placa, ma solo momentaneamente, perché presto nasce un’altra emozione, di intensità uguale o a volte peggio, come il senso di colpa. In questi casi è facile che iniziamo con le autocritiche e cominciamo a pensare, pensare e pensare.
Più cerchiamo di allontanare le emozioni e più ci incastriamo.

Ma da un punto di vista pratico, come è possibile iniziare ad accettarle?
1. dai un nome a quello che vivi, non soffermarti a dirti sto bene o sto male. Aumenta il tuo vocabolario emotivo, ce ne sono moltissime (paura, rabbia, tristezza, gioia, disgusto, sorpresa, ansia, imbarazzo, noia, frustrazione, delusione, calma, confusione, eccitazione, nostalgia, gratitudine …)
2. sono emerse nel corso dell’evoluzione e hanno tutte una funzione adattativa. La rabbia ci porta ad attaccare, la paura ci fa scappare, la tristezza ci fa chiudere in noi stessi per elaborare, la gioia ci mette nella condizione di voler rivivere quella situazione, il disgusto ci allontana dallo stimolo
3. le emozioni, per dolorose che esse siano, sono momentanee. Bisogna però tener presente che possono condizionare il tono dell’umore, quindi una tristezza intensa e mal gestita ci può portare ad essere depressi tutto il giorno
4. le emozioni hanno un correlato fisiologico ed è per questo che le sentiamo nel corpo
5. non sono le emozioni la causa dei nostri problemi, ma la loro intensità, se questa è molto alta, corriamo il rischio di mettere in atto dei comportamenti sbagliati.
Le emozioni vanno normalizzate e inserite nel contesto di vita che stiamo vivendo, non vanno eliminate e soppresse, ma incanalate, non sono un qualcosa di cui vergognarsi o di cui aver paura, perché sono parte integranti di noi.

Per ulteriori informazioni:

Nicoletta Savoye

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