Il cielo di agosto 2022 spiegato dall’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta

30 Luglio 2022
Nus

Nel mese di agosto proponiamo spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma dal martedì al sabato con prenotazione online obbligatoria. Per informazioni, consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it/

La Luna e i suoi “incontri” nel cielo con stelle e pianeti

Le fasi della Luna. Primo quarto il 5 agosto, Luna piena il 12, Ultimo quarto il 19, Luna nuova il 27.

 Le congiunzioni della Luna. Segnaliamo nel seguito alcune configurazioni interessanti che la Luna farà con stelle e pianeti. Attenzione, si tratta di vicinanze puramente prospettiche! In realtà la Luna si trova a circa 384.000 km di distanza media dalla Terra, i pianeti a milioni o miliardi di km, le stelle a decine, centinaia o migliaia di anni luce (un anno luce corrisponde a quasi 10 mila miliardi di km).

Il 3 agosto la Luna sarà a circa 4 gradi e mezzo a nord ovest della stella Spica, l’Alfa della costellazione della Vergine. Il giorno 6, appena fa buio, la Luna si vedrà tra le stelle della costellazione dello Scorpione, prospetticamente molto vicina a Delta (Dshcubba) e Beta (Graffias o Acrab), a pochi gradi da Antares, la supergigante rossa che è anche la stella più luminosa della costellazione.

Inoltre l’11 il nostro satellite naturale si troverà a 6 gradi e mezzo circa a ovest di Saturno; consigliamo di osservare dopo le 23.00 in modo da vedere la coppia a una buona altezza sull’orizzonte.

La spettacolare configurazione tra Luna e Saturno l’11 agosto attorno alle 23.30. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)

Infine, nelle serate tra il 14 e il 15, toccherà a Giove essere “avvicinato” (sempre prospetticamente) dalla Luna.

Luna e Giove vicini a mezzanotte del 14 agosto. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org )

Il ritorno delle Perseidi, le “stelle cadenti” di agosto

Le scie di alcune Perseidi riprese dall’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Credit: Stefano Cademartori, Paolo Calcidese per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS

Queste celebri meteore sono associate alle polveri sparse dalla cometa 109P/Swift-Tuttle lungo l’orbita che percorre in circa 133 anni attorno al Sole. Le particelle di polvere, entrando nell’atmosfera terrestre a gran velocità, creano numerose e spettacolari scie di ionizzazione chiamate impropriamente “stelle cadenti”. Il termine “Perseidi” deriva dal fatto che il radiante (la zona nel cielo da cui appaiono scaturire) si trova nella costellazione di Perseo, appena sotto Cassiopea.

Lo sciame non è attivo solo a san Lorenzo! Il periodo di visibilità delle meteore va infatti dal 17 luglio al 26 agosto. Quest’anno, secondo le previsioni, lo sciame

raggiungerà il picco massimo di attività il 13 agosto intorno alle 3.00. Teoricamente al massimo possono essere osservabili fino a una sessantina di meteore all’ora, anche se nella pratica saranno molto probabilmente molto meno. Infatti la Luna, in fase piena il 12 agosto, pur trovandosi nella costellazione dell’Acquario a una distanza angolare dal radiante di più di 90 gradi, con la sua luminosità ridurrà la visibilità delle meteore meno brillanti.

Ricordiamo che, per osservare le Perseidi, da mercoledì 10 a sabato 13 agosto si svolgerà presso il Planetario di Lignan e l’Osservatorio Astronomico Etoiles et musique 2022: quattro notti tra scienza e tradizione [ https://www.oavda.it/primo-piano/etoiles-et-musique-2022-%f0%9f%8c%a0 ]. Accompagnati da musica dal vivo, in un’atmosfera rilassante, osserveremo insieme il cielo alcune tra le lunghe e veloci tracce delle meteore!

In ogni caso, vi consigliamo, anche se non è… scientifico, di premunirvi di una bella lista di desideri.

I pianeti 

Venere mattutino. Si potrà cercare di osservare il pianeta basso sull’orizzonte, nella costellazione dei Gemelli, fino a poco prima sorgere del Sole, entro i primi giorni del mese. Attorno a Ferragosto Venere sarà sempre più vicino al Sole e quindi praticamente invisibile in quanto “immerso” nei suoi bagliori.

Marte sconfina tra una costellazione e l’altra. Il Pianeta rosso si troverà nella costellazione dell’Ariete fino al giorno 9, quando sconfinerà nel vicino Toro. All’inizio del mese sarà visibile solo nella seconda parte della notte, raggiungendo un’altezza di circa dieci gradi verso le 1.30. Si troverà prospetticamente molto vicino a Urano.

Giove. Ad agosto anche il gigante gassoso del Sistema Solare sarà in buone condizioni di visibilità serale: a inizio mese, dopo la mezzanotte, raggiungerà con un’altezza sopra l’orizzonte superiore alla decina di gradi, alla fine di agosto attorno alle 22.30. Si troverà sempre all’interno dei confini della costellazione della Balena.

Saturno in opposizione. Il “pianeta dagli anelli più vistosi di tutti” sarà finalmente in ottime condizioni di visibilità già in prima serata. Il 14 si troverà infatti in opposizione, cioè in direzione opposta rispetto al Sole, sorgendo proprio al tramonto di quest’ultimo. Resterà per tutto il mese nella costellazione del Capricorno.

La costellazione del mese: il Sagittario

La costellazione del Sagittario. Credit: Wikimedia via commons (CC BY-SA 3.0), (https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26664)

È la costellazione zodiacale più meridionale: il Sole “si trova qui” al solstizio invernale, il giorno più corto dell’anno (21 o 22 dicembre), in cui descrive un arco apparente molto ridotto.

In alcune culture antiche la costellazione del Sagittario veniva spesso associata all’arco, strumento per la caccia, arma di guerra e simbolo di potere e prestigio.

Ad esempio nelle iscrizioni cuneiformi accadiche, il Sagittario è designato come “il Forte”, “il Gigante Re della Guerra”, personificando il dio arciere della guerra, Nērgal o Nērigal, uno dei cui appellativi era “Grande Signore”.

Anche la cultura araba associava le stelle di questa parte del cielo all’arco:: non a caso le tre stelle che lo compongono, Lambda, Delta e Epsilon Sagittarii, portano ancora il nome di “Kaus“, ossia “arco”, seguito da un suffisso che, dall’alto in basso, ne designa la posizione: Kaus Australis, Kaus Media e Kaus Borealis.

Eratostene (III-II sec. a. C.) identifica il Sagittario, più che con un centauro, con un satiro, Croto, figlio di Pan e di Eufeme, la nutrice delle Muse, dato che a suo parere non si individuano con facilità le quattro zampe, ma solo due, e che non si è mai visto un centauro con l’arco!

Lo scrittore latino Manilio descrisse la figura rappresentata da questa costellazione come mixtus equo, quindi, nella versione che anche a noi pare più consueta, composta da un cavallo nella parte inferiore e da un essere umano dalla cintola in su. Anche il suo contemporaneo Ovidio si riferiva a queste stelle come alla Tessalica Sagitta, ossia “la freccia della Tessaglia”, la terra di origine dei Centauri.

La nebulosa M8, detta Laguna, e in alto a destra la nebulosa M20, detta Trifida. Credit: Stefano Cademartori, Paolo Calcidese per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS

La Nebulosa Laguna e la Trifida. Nel Sagittario sono visibili, in condizioni ideali anche ad occhio nudo, alcune nebulose ad emissione, così chiamate in quanto l’idrogeno gassoso, di cui sono in gran parte composte, emette luce nello spazio in seguito a un processo di ionizzazione. Le polveri che diffondono la luce di una stella brillante formano invece le nebulose a riflessione.

La nebulosa Laguna (o M8 nel catalogo di C. Messier) e la nebulosa Trifida (M20) si trovano nel sagittario a breve distanza angolare una dall’altra. In particolare M20, visibile nella foto qui sopra e in quella di copertina, racchiude in sé i due tipi di nebulose di cui abbiamo parlato e ne aggiunge un terzo: la parte rossastra è composta dall’idrogeno luminoso (nebulosa a emissione) che appare solcato da quattro strisce scure formate da polveri (nebulose oscure). L’astronomo inglese John Herschel, osservando visualmente con il suo telescopio la nebulosa, riuscì a scorgere soltanto tre striature scure, che a suo dire davano all’oggetto un aspetto trifid, un aggettivo che esiste anche in italiano (in botanica indica una parte divisa in tre parti terminanti a punta). La chiazza azzurro-verdastra di M20 è invece dovuta a polveri che riflettono la luce di una stella luminosa (nebulosa a riflessione).

La Via Lattea

La Via Lattea sopra al Monte Emilius vista dall’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta. La macchia rossastra più luminosa è la nebulosa M8 Laguna, più in alto spiccano M16 e M17. Credit: Stefano Cademartori, Paolo Calcidese per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS

Questo è il mese in cui la Via Lattea si presenta al meglio del suo splendore. Nelle prime ore della notte, infatti, si vede come un arco composto da chiaroscuri che ci circonda, a partire dall’orizzonte sud-ovest andando verso lo zenit (il punto sopra la nostra testa) e terminando all’orizzonte nord-est.

La Via Lattea era chiamata dai Greci “Il grande fiume celeste”, analogamente la cultura araba la battezzò Al Nahr (“il Fiume”). Presso i Cinesi era Tien Ho, il “Fiume d’Argento”, mentre nell’India del sud era Akāsh Gangā, il letto del sacro fiume Gange. Ci siamo ispirati a queste tradizioni per il titolo di uno degli spettacoli al Planetario, realizzati dal nostro staff.

Dal punto di vista astrofisico la Via Lattea è la proiezione sulla volta celeste della parte più densa di stelle, gas e polveri della nostra galassia. Le aree più luminose di questo ampio arco celeste sono costituite da grandi nubi stellari, mentre le chiazze scure sono nebulose oscure formate da polveri interstellari. Gli Inca le ritenevano vere e proprie “costellazioni oscure”.

In direzione della costellazione del Sagittario, è visibile nella Via Lattea un rigonfiamento luminoso (il bulge), nel quale, nei pressi della stella Al Nasl, “La punta” (della freccia) vi è la direzione del centro della nostra galassia, non visibile direttamente a causa della grande quantità di materia (gas e polvere) sovrapposta tra noi e quest’ultimo.

Grazie agli sforzi dei ricercatori coordinati dal consorzio EHT, ora sappiamo che Sgr A*, il misterioso oggetto al centro della nostra galassia, è un buco nero super massiccio da 4 milioni di masse solari.

L’immagine di Sgr A* al centro della nostra Galassia. Crediti: EHT Collaboration (https://www.eso.org/public/italy/images/eso2208-eht-mwa/ )

A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli

 

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