Il cielo di marzo: salutiamo la cometa di Neanderthal, ma Inizia la primavera astronomica
Cosa dobbiamo aspettarci osservando il cielo di marzo? A raccontarcelo, come di consueto, sono i ricercatori dell’Osservatorio astronomico della Regione Valle d’Aosta nella rubrica “Un, due, tre stella!”, realizzata con il contributo della Fondazione CRT. Osservatorio che, questo mese, proporrà diversi spettacoli al Planetario e visite guidate notturne, in programma al sabato con prenotazione online obbligatoria. Per informazioni, consultate è sufficiente consultare il sito web: https://www.oavda.it/.
“La cometa di Neanderthal” C/2022 E3 (ZTF)
Questo mese la cometa C/2022 E3 (ZTF) si appresta a “lasciarci”. Spostandosi dalla costellazione di Orione a quella di Eridano, la sua altezza sopra l’orizzonte diminuisce progressivamente e il suo tramonto anticipa sempre più: a inizio marzo verso le ore 22.30 e a fine mese attorno alle 21.00.
Nel corso del mese la cometa si allontana da noi: dai 141 milioni di km al primo marzo la sua distanza dal nostro pianeta cresce fino a 269 milioni di km al 31 marzo. Per questo motivo la sua luminosità si abbassa al punto di renderla visibile soltanto con un telescopio. Del resto questa cometa, diventata famosa a livello mediatico per l’azzeccato soprannome (la cometa di Neanderthal) e per le belle riprese fotografiche, è sempre stata difficile da scorgere a occhio nudo, persino nei giorni di massima luminosità (attorno ai primi di febbraio scorso), quando anche nei telescopi della nostra Terrazza Didattica dell’Osservatorio Astronomico appariva come un piccolo sbuffo.
A fine mese la cometa diverrà inosservabile dall’Italia. Se poi tornerà da queste parti oppure uscirà dal Sistema Solare chissà, in ogni caso buon viaggio!
Equinozio, Luna e pianeti
Inizia la primavera astronomica
Lunedì 20 marzo alle ore 22.24 dei nostri orologi, ha luogo l’equinozio primaverile per l’emisfero boreale della Terra. Il Sole si trova esattamente sull’equatore celeste: in pratica sorge esattamente a est e tramonta esattamente a ovest, naturalmente considerando un orizzonte teorico, ossia totalmente sgombro da ostacoli naturali o artificiali. Il dì (la parte del giorno con il Sole sopra l’orizzonte ideale) dura 12 ore e equivale alla notte: la parola “equinozio” deriva da aequinoctium, derivato a sua volta dalla locuzione aequa nox, cioè “notte uguale (al dì)”.
Le fasi della Luna
Luna piena il 7 marzo 2023, Ultimo quarto il 15, Luna nuova il 21, Primo quarto il 29.
Congiunzioni tra la Luna e pianeti e stelle brillanti
Il 2 marzo la Luna in fase crescente passerà molto vicina ai Gemelli, in particolare a Polluce, la stella più meridionale delle due. Il giorno 5 è possibile ammirare una bella configurazione celeste, con la Luna tra le stelle del Leone, in particolare a circa 5 gradi a nord di Regolo, la stella più brillante di questa costellazione.
Il 9 marzo passa a circa 8 gradi a nord di Spica, la stella più brillante della Vergine; l’osservazione è più agevole a partire dalle ore 23.00.
Il 14 marzo si verifica uno spettacolare passaggio vicino alla stella Antares, la principale dello Scorpione. Il fenomeno sarà osservabile a partire dalle 3.00 circa, quando la Luna sorgerà mostrandosi a circa un grado a est della brillante supergigante arancione al centro della costellazione, fino alla fine della notte astronomica.
I pianeti
Mercurio
All’inizio di marzo sorgerà contemporaneamente al Sole e quindi è praticamente inosservabile. Nei giorni successivi il pianeta si avvicina progressivamente alla posizione della nostra stella fino al 17 marzo, quando avviene la congiunzione tra i due. Nei giorni successivi Mercurio torna ad essere visibile al tramonto, ad ovest. A partire dal giorno 25 la distanza angolare tra Sole e pianeta sarà attorno ai 10°, quindi sarà possibile osservare l’elusivo Mercurio con un binocolo o un piccolo telescopio, facendo attenzione che il Sole sia già tramontato per evitare di puntarlo con lo strumento ottico.
Il piccolo pianeta sarà nella costellazione dell’Acquario fino al giorno 16 e passerà nei Pesci, ove rimarrà per tutto il mese.
Venere va incontro a Giove
Al tramonto del 1° marzo è possibile vedere Venere che incontra Giove a una distanza angolare non superiore al mezzo grado. Dalle ore 19.00 alle 19.30 il cielo è sufficientemente scuro da permettere di osservare lo spettacolare fenomeno: a occhio nudo i due pianeti, che sono anche i più luminosi del cielo, sono vicinissimi, quasi al limite della separazione per i nostri occhi senza l’ausilio di strumenti di osservazione.
Nel resto del mese Venere si allontana da Giove. Il 16 marzo passa dalla costellazione dei Pesci a quella dell’Ariete e il giorno 30 è nuovamente in congiunzione con Urano (vedi poco oltre la sezione dedicata a quest’ultimo pianeta).
Marte
Apparendo come un brillante punto dall’inconfondibile colore rossastro, Marte si muove tra le corna della costellazione del Toro fino al 25 marzo. Il giorno dopo valica i confini di questa costellazione per entrare in quella dei Gemelli. Il 28 un quarto di Luna passa “accanto” a Marte: le virgolette sono d’obbligo dato che la distanza reciproca tra i due corpi celesti è di più di 200 milioni di chilometri.
Giove
Ѐ visibile a partire dalla fine crepuscolo, basso sopra l’orizzonte ovest, a inizio mese verso le 19.45 e alla fine entro le 19.15 circa. Il pianeta gigante del Sistema Solare si sta lentamente avvicinando alla congiunzione con il Sole che raggiungerà a aprile, mese in cui non sarà più osservabile in quanto “immerso” nel chiarore della nostra stella. Si trova nella costellazione dei Pesci per tutto il mese.
Saturno
Nella costellazione dell’Acquario, il pianeta a inizio marzo mostra una separazione angolare dal Sole di quasi 12 gradi e sorge praticamente insieme a quest’ultimo.
La separazione tra i due aumenta fino a 37 gradi a fine mese, per cui teoricamente a partire dal 25-26 marzo attorno alle 6.00 del mattino si potrebbe tentare di cercare il pianeta inanellato che si trova nella costellazione dell’Acquario basso sull’orizzonte sud est.
Urano
Il pianeta si trova per tutto marzo nella costellazione dell’Ariete, visibile (al telescopio) già dal crepuscolo, attorno alle 20.00. Il 30 marzo viene “raggiunto” da Venere che passa a poco più di un grado ad est.
Nettuno
Agli inizi di marzo è teoricamente visibile (al telescopio) a breve distanza apparente dal Sole ancora per qualche decina di minuti dopo il tramonto di quest’ultimo. A metà mese Nettuno sarà in congiunzione con il Sole e quindi inosservabile.
Stelle e costellazioni visibili nelle serate di marzo
Orione si vede ancora
Ai primi di marzo la notte astronomica inizia verso le 19.45 di tempo civile dei nostri orologi; a fine mese, a causa dell’introduzione dell’ora legale, solo attorno alle 21.40 possiamo contare su un cielo buio (al netto di fonti di inquinamento luminoso!).
In questo periodo dell’anno, situato tra la fine dell’inverno astronomico e l’inizio della primavera, in prima serata possiamo ancora ammirare verso sud la costellazione di Orione. La sua sagoma è inconfondibile, con la sua forma a clessidra, le quattro brillanti stelle che simboleggiano le spalle e le ginocchia, e le tre stelle della cintura quasi allineate, che balzano agli occhi anche dei meno esperti, e che qualcuno ancora confonde con la coda dell’Orsa Maggiore!
Betelgeuse, la stella che rappresenta la spalla destra del gigante Orione, è una supergigante rossa. Come suggerisce questa espressione si tratta di un’enorme stella con un diametro 1000 volte quello del Sole e una massa circa 18 volte superiore. Si trova nelle fasi finali di evoluzione: esploderà come supernova entro (relativamente) poco tempo, forse, a detta di alcuni astrofisici, entro 100.000 anni. Rigel, che di Orione simboleggia il ginocchio sinistro, è una giovane stella di 10 milioni di anni di età, che tra alcuni milioni di anni potrebbe seguire lo stesso destino di Betelgeuse.
A fine serata si può ammirare in tutta la sua estensione il Leone, riconoscibile dalle stelle che, disponendosi in una sorta di punto interrogativo alla rovescia, ne formano la criniera. Regolo, la stella più luminosa della costellazione, rappresenta il cuore di questa splendida figura che illustreremo il mese prossimo.
La costellazione zodiacale del mese: il Cancro
Un piccolo granchio fatto di stelle. Il Cancro è la più piccola fra le costellazioni zodiacali. Appare come una piccola “Y” a testa in giù, ma la si riconosce meglio grazie alla presenza al suo interno di un piccolo batuffolo luminoso, che già al binocolo rivela la sua natura di ammasso aperto, M44, composto da un migliaio di stelle e alla distanza da noi di circa 600 anni luce.
Questo ammasso fu soprannominato Praesepe da Plinio il Vecchio. Questo termine in latino designa una “mangiatoia” presso cui si foraggiano i due asinelli (rappresentati nel cielo dalle due stelle Gamma Cancri, l’Asellus Borealis, e Delta Cancri, l’Asellus Australis). Gli italiani appassionati di astronomia lo chiamano quindi “ammasso del Presepe”, anche se nella nostra lingua questa parola ha un’accezione prettamente… natalizia. Nei paesi anglosassoni M44 è invece soprannominato Beehive Cluster, ossia “l’Ammasso dell’Alveare”.
Le costellazioni che non tramontano mai: l’Orsa Minore e l’asterismo del Piccolo Carro
Questo mese, a proposito delle costellazioni circumpolari (quelle che, situate tra polo nord celeste e orizzonte, non tramontano mai), parliamo di un disegno di stelle che tutti conoscono, ma che forse non tutti sanno come individuare nel cielo.
Se si ha la fortuna di disporre di un orizzonte settentrionale sgombro, guardando con attenzione in prima serata si può riconoscere il Piccolo Carro, che a quell’ora si trova verso nord a metà cielo (cioè disposto per il lungo più o meno parallelamente all’orizzonte, a un’altezza intermedia tra l’orizzonte stesso e il punto sopra la nostra testa). Si veda l’immagine qui sotto per maggiore chiarezza.
Come il Grande Carro, anche il Piccolo Carro è un asterismo, ossia un disegno fatto di stelle all’interno di una costellazione ufficiale, che in questo caso è l’Orsa Minore, che fu designata come area di cielo ben precisa dagli astronomi riuniti a Parigi nel lontano 1929.
La figura della piccola Orsa è composta di stelle deboli in aggiunta a quelle un po’ più luminose del Piccolo Carro. Per quanto riguarda quest’ultimo, la scarsa luminosità di quattro delle sue sette stelle è il motivo per cui consigliamo sempre di partire dal Grande Carro, prolungando la semiretta da Merak a Dubhe di cinque volte per trovare il Polo nord celeste e la Stella polare, che è la stella finale delle tre del timone del Piccolo Carro. Con un cielo scuro è possibile quindi individuare la forma dell’Orsa Minore.
Riproduciamo qui sotto l’immagine che illustra il procedimento per trovare la Polare.
A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli