L’eclisse parziale di sole e due sciami meteorici, ecco cosa ci riserva il cielo d’ottobre

01 Ottobre 2022
Nus

Nel mese di ottobre proponiamo spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma al sabato con prenotazione online obbligatoria. Per informazioni, consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it/. Ed ora vediamo cosa ci riserva il cielo di questo mese.

Eclisse parziale di Sole visibile dall’Italia

Il 25 ottobre 2022 a partire dalle ore 11.18 circa, per una località situata in nord Italia, e qualche minuto più tardi per chi osserva da latitudini più a sud, la Luna si sovrapporrà parzialmente al disco solare. La fase culminante del fenomeno verrà raggiunta attorno alle 12.15 – 12.20, quando la Luna potrà nascondere fino al 20% circa della superficie della nostra stella. Per osservare il fenomeno in sicurezza per la vista, raccomandiamo l’utilizzo di appositi e idonei filtri (ad esempio costituiti di materiale di sicurezza denominato AstroSolar).

Il fenomeno sarà visibile anche dal resto dell’Europa, dal Nord Africa, dal Medio Oriente e dalla parte ovest dell’Asia.

La Luna

Le fasi della Luna

Il Primo quarto il 3 ottobre, la Luna piena il 9, l’Ultimo quarto il 17, la Luna nuova il 25 ottobre.

La luce cinerea è il fenomeno per cui il disco della Luna è debolmente illuminato dalla luce riflessa dalla Terra. Foto di Giuseppe Pappa https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Luce_cinerea.jpg

Al tramonto osserviamo la luce cinerea sulla Luna

Quando l’angolo tra Luna, Terra e Sole è ridotto (all’inizio o verso la fine del ciclo delle fasi lunari), possiamo vedere, oltre alla sottile falce lunare illuminata direttamente dalla luce solare, anche il resto del suo disco rischiarato dalla luce riflessa dalla Terra. Questo chiarore è chiamato luce cinerea in quanto ha un aspetto diafano color grigio chiaro.

Per cogliere questo suggestivo fenomeno, consigliamo di osservare la Luna al crepuscolo serale, a partire dalle 18.00 di sabato 29, quando si troverà a una quindicina di gradi sopra l’orizzonte nella costellazione del Sagittario.

I pianeti

Mercurio al mattino

Si può provare a cercare l’elusivo pianeta al mattino presto verso oriente, l’8 o il 9 ottobre, quando la sua separazione angolare dal Sole sarà attorno ai 18 gradi. L’osservazione è possibile entro le 7.30 quando il Sole, sorgendo, illuminerà il cielo facendo “scomparire” la debole luce del pianeta.

Venere invisibile

Già all’inizio del mese la “stella del pastore” (espressione popolare con cui a volte il pianeta è conosciuto) sarà invisibile, essendo in congiunzione con il Sole il 20 ottobre. Tornerà a essere visibile a ovest, dopo il tramonto, solo verso la fine dell’anno.

Marte nel Toro

Trovandosi all’interno della corna del Toro, nel disegno di fantasia di questa costellazione (vedi foto qui sotto), il Pianeta rosso sarà già visibile verso est attorno a mezzanotte.

Giove

Il pianeta più grande del Sistema Solare è ben visibile già a inizio sera, verso sud-est nella costellazione dei Pesci. Il giorno 8 sarà protagonista di una spettacolare congiunzione con la Luna. Attorno alle 21.30 si troverà circa 2,5 gradi a sud del nostro satellite naturale. I telescopi della Terrazza Didattica del nostro Osservatorio Astronomico, che utilizziamo durante le visite guidate notturne con il pubblico, ci mostrano le bande della sua atmosfera e i suoi quattro satelliti maggiori: Io, Europa, Ganimede e Callisto.

Saturno e Iota Capricorni

Il pianeta dagli anelli si trova nel Capricorno, dove lo abbiamo visto per tutta l’estate. Si avvicina lentamente alla stella indicata nei cataloghi con la lettera greca Iota, arrivando a fine mese a circa mezzo grado da essa (praticamente l’estensione angolare del diametro della Luna piena).

Al telescopio è possibile ammirare i suoi meravigliosi anelli e scorgere Titano, la sua luna più brillante.

Urano visibile per quasi tutta la notte

Sorge a oriente verso le 21.00 ed è osservabile praticamente per tutta la notte nella costellazione dell’Ariete. Con uno strumento ottico si vede un piccolo dischetto dal caratteristico colore verde chiaro. Le sue minute dimensioni apparenti, nonostante il suo diametro sia superiore a 50.000 km (4 volte la Terra!) sono giustificate dalla distanza da noi di quasi 3 miliardi di km. Raggiungerà l’opposizione il prossimo 9 novembre.

Immagine di Nettuno e del suo sistema di anelli in una straordinaria immagine del telescopio spaziale James Webb, rilasciata recentemente. Sono visibili sette dei suoi quattordici satelliti attualmente conosciuti. Credit: NASA, ESA, CSA, and STScI

Nettuno, gigante azzurro

Il pianeta più lontano dal Sole, a oltre 4 miliardi di km, appare al telescopio come un piccolo dischetto dal colore azzurro, visibile nella costellazione dell’Acquario.

Gli sciami meteorici di ottobre

In questo mese abbiamo ben due sciami di meteore.

Alle prime ore del 9 ottobre dovrebbe verificarsi il picco di attività delle Draconidi, una famiglia di meteore che produce solo circa 10 meteore all’ora. È dovuto ai granelli di polvere lasciati dalla cometa 21P/Giacobini-Zinner, scoperta nel 1900, che ha un periodo di 6,5 anni. Una delle particolarità delle Draconidi risiede nell’insolito fatto che la visione migliore è in prima serata, e non dopo la mezzanotte o addirittura prima dell’alba, come nel caso della maggior parte delle piogge meteoriche. Purtroppo quest’anno la Luna, in fase piena proprio il 9, ostacolerà non poco la visibilità delle meteore più deboli.

Con il cerchio celeste abbiamo evidenziato la posizione sulla volta celeste del radiante delle Orionidi, le meteore visibili attorno al 21-22 ottobre. Poco sopra è visibile anche il pianeta Marte. Immagine generata con il software Stellarium https://stellarium.org

Tra il 21 e il 22 ottobre abbiamo invece il massimo del secondo sciame di ottobre, le Orionidi, le cui meteore sono associate alla famosa cometa di Halley, che ha un periodo di 76 anni (è passata al perielio nel 1986). In questo caso il nostro satellite, in una fase tra l’ultimo quarto e quella di Luna nuova, non disturberà in maniera apprezzabile la visibilità del fenomeno: al massimo ne saranno visibili una ventina all’ora.

Stelle e costellazioni visibili nelle serate di ottobre

La nebulosa Laguna (M8) nella costellazione del Sagittario. Credit: P. Calcidese – Beatrice Deregibus per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS

Nelle fresche notti d’ottobre, a inizio mese attorno alle 21 di ora legale estiva (a fine mese alle 19 di ora solare) il cielo è già sufficientemente scuro per vedere stelle e costellazioni.

Guardando a sud ovest sono ancora ben visibili gran parte delle costellazioni che hanno caratterizzato il cielo della stagione estiva: il Sagittario (con le sue splendide nebulose, tra cui la nebulosa M8 o Laguna), lo Scudo e Ofiuco, attraversati dalla splendida Via Lattea, con il Capricorno (con Saturno che occhieggia al suo interno) alla loro sinistra e Ercole con la Corona Boreale alla loro destra.

L’asterismo (disegno di stelle) del Triangolo estivo, formato dalle tre brillanti stelle Deneb, Vega e Altair, è alto sopra il nostro capo.

A est osserviamo la levata del Grande quadrato al centro della costellazione di Pegaso, utile per identificare molte altre stelle e costellazioni. Se mi è concessa una piccola nota personale, mi sono sempre chiesto perché si chiami “Quadrato”, dato che è piuttosto un… Rettangolo!

Sotto ad esso possiamo scorgere uno dei due Pesci, quello orientale, dalla forma di un pentagono irregolare, il secondo si trova a sinistra del Grande quadrato. Un po’ più in basso possiamo ammirare la possente luce di Giove.

La costellazione del Pesce Australe. Credit: A. Fujii, NASA, ESA, and Z. Levay (STScI)

Attorno alle 23 a inizio ottobre, alle 21 alla fine del mese, osserviamo verso sud l’occhio brillante della costellazione del Pesce Australe, ovvero la stella brillante Fomalhaut. La possiamo individuare prolungando verso il basso il lato occidentale del Grande quadrato.

Prolungando sempre verso il basso l’altro lato del Quadrato troviamo invece Deneb Kaitos, la coda della Balena (Cetus in latino) di cui vediamo più ad est la testa, sotto alla costellazione dell’Ariete.

Pochi gradi sopra quest’ultima costellazione si potrà scorgere la costellazione del Triangolo e ancora più in alto M31, o la grande galassia di Andromeda, l’oggetto più distante osservabile a occhio nudo, a ben 2,5 milioni di anni luce da noi. Al telescopio mostra il suo brillante nucleo composto da miliardi di stelle, visualmente non distinguibili tra loro per via della grande distanza.

Infine, basse sull’orizzonte nord est, scorgiamo il pallido lucore di uno dei più celebri ammassi aperti di stelle, le Pleiadi, il cui nome in greco significa “le piovose”, che con questa nota “meteorologica” sembrano voler confermare l’ormai pieno manifestarsi della stagione autunnale.

La costellazione zodiacale del mese 

La costellazione dell’Acquario. Credit: IAU and Sky & Telescope https://www.iau.org/static/public/constellations/gif/AQR.gif)

L’Acquario. Questa costellazione, la cui forma dovrebbe ricordare quella di una grande brocca di acqua versata da un essere umano, nella mitologia greca rappresenta Ganimede, il Coppiere degli Dei. Presso l’antica India era associata all’arrivo dei monsoni.

All’interno di questa costellazione segnaliamo la stella multipla Zeta Aquarii, formata da due componenti (A e B) di massa molto simile a quella del Sole, ma che rispetto a quest’ultimo si trovano a uno stadio evolutivo più avanzato e sono molto più brillanti. A e B orbitano una attorno all’altra in circa 540 anni; la componente A è a sua volta una stella doppia.

In questa costellazione ci sono due interessanti oggetti del cielo profondo: una nebulosa planetaria e un ammasso globulare.

La nebulosa “Saturno” (NGC 7009). È una delle nebulose planetarie più luminose, il cui nome deriva dal fatto che, osservandola visualmente al telescopio, la sua forma allungata ricorda quella del pianeta Saturno (vedi l’immagine qui sopra). La sua distanza non è conosciuta con precisione, ma è stimata attorno ai 2-3.000 anni luce. La forma bilobata di NGC 7009 è percepibile visualmente solo con grandi telescopi, oppure utilizzando la tecnica fotografica per accumulare e rendere visibile la debole luce delle propaggini laterali.

Le costellazioni che non tramontano mai

L’aspetto del cielo verso nord attorno alle 21.00 di metà ottobre. È visibile a destra della Stella polare (all’estremità del Piccolo carro) la costellazione della Giraffa o Camelopardus: indicata nel cerchietto giallo la stella Alfa. Immagine generata con il software Stellarium https://stellarium.org

La Giraffa. Attorno alle 22.00, a destra della stella Polare (si può usare il Piccolo Carro allineando le stelle del suo timone verso est), si possono notare alcune deboli stelle, che fanno parte della costellazione della Giraffa, introdotta da Jakob Bartsch, genero di Keplero, nel 1624, a rappresentare l’episodio biblico del cammello che portò Rebecca dal suo futuro sposo Isacco. Formata da stelle di quarta magnitudine, la costellazione del “cammello leopardato” (in latino Camelopardalis, o Camelopardus) richiede un cielo scuro e limpido per essere osservata. In particolare cerchiamo la stella Alfa: a ben 6.200 anni luce da noi, tra le stelle visibili a occhio nudo è una delle più intrinsecamente brillanti, quasi 700.000 volte il Sole!

 

A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli

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