Coronavirus, la Valle d’Aosta e quei dati che dovrebbero preoccupare le istituzioni

28 Ottobre 2020

C’eravamo lasciati a fine maggio, quando eravamo nella fase 2 della pandemia da Covid-19 e le cose stavano andando bene, i casi erano pochi e tutti gli indicatori, pur nella incomprensibile scarsezza ed opacità dei dati offerti dalla Protezione Civile nazionale e regionale, erano in netto miglioramento.
Durante l’estate ci siamo rilassati ed abbiamo ripreso progressivamente la nostra vita sociale e lavorativa, senza dimenticare i mesi passati chiusi in casa e spesso accompagnati da lutti, ma con un po’ di ottimismo. Nel frattempo il virus rimaneva sottotraccia: ed ora, eccolo di nuovo protagonista dei nostri giorni.

Siamo in piena seconda ondata, in Europa e nel mondo, in Italia e nella nostra piccola Valle.

I dati nazionali mostrano un netto aumento dei contagi, come potete vedere nel grafico seguente

 

Nuovi casi giornalieri in Italia

 

La serie inizia il 24 febbraio col giorno 1; l’ultimo, il 248esimo, è il 27 ottobre. Il minimo dei contagi tra i due picchi (113) avvenne il 23 giugno. La grande differenza in altezza tra i due picchi dipende oltre che dalla diffusione del contagio anche dal numero giornaliero di tamponi: dalle poche decine di migliaia delle prime settimane, in cui erano riservati ai malati (e neppure a tutti), oggi abbiamo superato i 9 milioni di casi testati tra malati, contatti e screening.

Ma ciò che oggi preoccupa, soprattutto per l’impatto sugli ospedali, è la velocità con cui i contagi ed i malati crescono di numero: si calcola che raddoppino all’incirca ogni settimana.
La Valle d’Aosta mostra a tale riguardo i peggiori risultati tra tutte le regioni italiane. Se osservate i grafici che vi propongo, in cui ho preso in considerazione i dati settimanali a partire da metà agosto, quando le curve hanno cominciato a salire, vedrete che oggi oltre il 50% dei casi testati si dimostra positivo, contro una media nazionale inferiore al 20%, e che la percentuale di ricoveri (intesa come la somma dei ricoveri ordinari più quella dei ricoveri in terapia intensiva) ha quasi raggiunto il 5% dei casi testati, contro una media nazionale inferiore all’1%. Ciò significa, in buona sostanza, che abbiamo cinque volte il numero di malati bisognosi di cure impegnative del resto d’Italia.

 

nuovi casi settimanali sul totale dei casi testati

 

 

Nuovi ospedalizzati settimanali sul totale dei casi testati

 

Ricordate il famoso R0, indice della contagiosità del Coronavirus? Quello che ci dice quante persone in media ciascun soggetto portatore del virus può contagiare? Dai primi di maggio, l’Istituto Superiore di Sanità (www.epicentro.iss.it) ne fornisce una stima settimanale regione per regione. Se è inferiore ad 1 l’epidemia rallenta, se è superiore ad 1 accelera. Anche in questo caso la Valle d’Aosta è il fanalino di coda. Guardate i grafici (per l’Italia calcolato per un intervallo di 14 giorni e disponibile a partire da agosto)

 

Vda RT Settimanale

 

 

Italia Rt settimanale

 

La situazione è dunque molto preoccupante soprattutto per la velocità con cui evolve e probabilmente renderà purtroppo necessario accentuare le misure restrittive: a tutti noi tocca rispettare le semplici regole dell’igiene delle mani, dell’indossare la mascherina e dell’evitare i contatti sociali non indispensabili.

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