La costanza
Oggi parliamo della costanza.
Tirino su le mani quelli che sanno darmi la definizione di costanza.
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Nulla si alza sopra la vostra testa, deduco che probabilmente sappiate metterla in atto, cosa peraltro molto difficile, ma che a stenti sappiate definirla, circoscriverla. Ebbene sono uno di voi, nemmeno io la so descrivere. Sorpresi? E perchè mai? Sono un semplice operaio con un paio di vizi, lungi da me l’insegnamento delle Lettere.
Dunque la costanza, da definizione Treccani è, oltre ad una città tedesca e una romena, una qualità. Personalmente pensavo fosse una caratteristica, nobile ma pur sempre una caratteristica, e invece no, è una cazzo di qualità, nella fattispecie la qualità di perseverare e di avere forza d’animo. Nel 2018. Dura eh? Ma perchè siamo qui a parlare di costanza con le foto dell’ascesa al rifugio Teodulo? Perchè ho avuto un’allucinazione associata. E perchè ho voglia di scrivere. Stavo andando a lavarmi i denti quando mi è apparsa questa parola e allora ho pensato che fosse giusto darle un senso, o perlomeno provarci. La mia verità è che nel 2018 pensiamo alla costanza nella maniera sbagliata, siamo costanti nelle nostre azioni quotidiane, nel far sapere agli altri dove siamo e come stiamo, almeno in apparenza, siamo costanti anche nelle azioni di parcheggio e in quelle di sorseggio, nei pregiudizi e nell’avercela con i vitalizi, nell’affitto e nel profitto, insomma, quasi come una preghiera siamo costanti nelle nostre azioni quotidiane, ma quella non è costanza, è abitudine. La realtà è che non siamo capaci ad essere costanti in quello che più ci fa star bene, non siamo costanti con le nostre passioni e con le nostre virtù, semplicemente ci accontentiamo di una realtà virtuale malata e di una realtà reale che punta dritta verso l’abisso, siamo spettatori del nostro incubo e riusciamo anche a farci un selfie mentre precipitiamo. Perchè se è vero che è difficile essere costanti non fare nulla per provarci potrebbe esserlo ancora di più.
E comunque un giro al rifugio Teodulo fatevelo, estate o inverno che sia, un bicchiere di vino bevuto su quel terrazzo ha un altro sapore.