Questa storia parla di immaginazione
Questa storia parla di due ragazzi che un giorno hanno deciso di andare al bivacco Bobba, sono partiti nel primo pomeriggio e sono arrivati in cima cinque minuti prima dell’inizio del temporale. E’ bene sapere che il temporale in montagna è sempre meglio evitarlo, soprattutto se accompagnato dalle sue guardie del corpo, artefici di luce e boato. Una volta arrivati al bivacco i due hanno aperto le finestre, fatto circolare l’aria, svuotato gli zaini, ascoltato della musica, della buona musica direi, hanno bevuto e hanno mangiato. E hanno immaginato. Hanno immaginato un tramonto di fuoco, di quelli che quando li vedi sui libri sembrano quasi irraggiungibili, lontanissimi e con dei colori che forse dal vivo non hai mai visto. Lo hanno immaginato accarezzare gli strapiombi del Cervino e dei suoi ghiacciai, colorare la neve di Plateau Rosà e delle sue sorelle. Poi è arrivata la notte e le stelle cadenti che pensavano di immaginare invece le hanno viste per davvero illuminare il cielo per poco più di un secondo, con una coda degna dei migliori racconti biblici. Le hanno viste in silenzio, ognuno la sua, un silenzio condiviso. Si sono detti buonanotte e al mattino solo uno dei due ha goduto della prima alba, l’altro ha preferito riposare e preparare il caffè, che a 2.700 m è prezioso quasi come un’alba. Hanno rifatto gli zaini e sono scesi a valle, ognuno diretto verso il proprio posto di lavoro.
Questa storia parla di immaginazione, ma è realmente esistita, ed è stata bellissima.