Le indennità dei consiglieri di Aosta non aumentano. Ma in aula si discute

28 Dicembre 2023

Mentre “si fa di conto” in piazza Deffeyes – con Augusto Rollandin a riprendersi lo scettro dei consiglieri regionali più pagati, in riferimento all’anno 2022 – la “questione” indennità sbarca anche nel Consiglio comunale di Aosta. Luogo in cui le cifre sono decisamente diverse.

La “classica” delibera di fine anno – in discussione nel primo giorno di Consiglio comunale sul bilancio previsionale, già passato al vaglio delle Commissioni – sulle indennità di funzione degli amministratori di piazza Chanoux, fa parlare di sé.

Le indennità in Comune

Indennità rimaste “al palo” da anni – praticamente dalla spending review di montiana memoria –, e che la delibera di Giunta mantiene invariate. Tutto parte dal corrispettivo del vertice politico dell’Amministrazione e va a scalare percentualmente. Si comincia dal sindaco di Aosta Gianni Nuti per il quale è previsto – dalla Legge regionale 4 del 2015, essendo comune sopra il 15mila abitanti – un emolumento di 5.610 euro lordi al mese, cu si aggiungono 1.200 euro di diaria mensile forfettaria come rimborso delle spese di esercizio.

Da qui si scala, con l’indennità della vicesindaca che guadagna l’80 per cento rispetto al Primo cittadino, gli assessori comunali (75 per cento), il presidente del Consiglio (25 per cento) e infine i consiglieri con il 20 per cento.

Le indennità in Regione

Il paragone non regge fino in fondo, va detto, ma le cifre sul piatto della bilancia cambiano non poco tra i due enti principali della regione: il Consiglio Valle e l’Assemblea del capoluogo. Sul bilancio di piazza Chanoux – gli eletti sono 29 – le indennità di carica degli amministratori pesano sul bilancio per 690mila euro e per 80mila euro di contributi. In piazza Deffeyes, i 35 hanno dichiarato redditi derivanti dal Consiglio per 2 milioni 678mila euro, sui quasi 3,4 milioni dichiarati a livello complessivo (quindi contando anche altre fonti di reddito).

Qui, stando alla legge 35 del 2021, l’indennità di carica di un consigliere regionale è di 5.185 euro lordi, cui bisogna aggiungere quella di funzione (5.730 euro per il presidente della Regione e a quello del Consiglio, 4.011 euro agli assessori, 1.719 ai due vicepresidenti del Consiglio e 859 ai cinque presidenti delle Commissioni). Più la diaria esentassedi 2.686 euro a consigliere, anche qui come rimborso delle spese di esercizio.

Questione (anche) di inflazione. Ma non solo

Il Consiglio comunale di Aosta – Foto Twitter Comune di Aosta

Intendiamoci, da piazza Chanoux non si chiedono più soldi. Anche perché il Consiglio comunale avrebbe la facoltà di aumentare le indennità dei propri amministratori motu proprio fino al 20 per cento. E, per l’ennesimo anno, ha deciso di non farlo. Ma una riflessione, in aula, si pone.

A lanciarla – come spesso accade – è Bruno Giordano (Lega) che, annunciando la sua astensione, dice: “Credo che la qualità di un lavoro impegnativo, costante e al servizio del cittadino dovrebbe essere remunerato almeno al netto dell’inflazione. Se vogliamo considerarci 22 portatori di Reddito di cittadinanza prendiamo atto che il ruolo di consigliere comunale della città è l’equivalente di una percezione poco nobile, sia dell’amministrazione che della politica”. Senza contare che “già abbiamo decurtato il numero dei consiglieri comunali, sempre per la spending review, che prima erano 40, poi 31 ed ora  29. Di questo passo la politica, l’amministrazione e l’impegno nell’amministrazione chi continuerà a farlo?”.

“Non siamo certo qui per ‘farci i soldi’ – ha spiegato ancora l’ex sindaco –, ma per cercare di offrire il meglio di ognuno di noi ad una comunità. Se penso alle responsabilità politiche, amministrative, penali, civili e alle assicurazioni necessarie all’Esecutivo per un sereno prosieguo dell’attività, questo dovrebbe far percepire il nostro lavoro come importante. Qualche considerazione collettiva, con la dovuta calma, va fatta”.

Con un dato: “Pensate se facessimo il conto delle ore passate per preparare le nostre iniziative – ha concluso –. Noi dell’opposizione valiamo circa 2,5 euro l’ora. E questo sì sembra uno scandalo. Per questo mi asterrò”.

Astensione che arriva anche dal gruppo de La Renaissance, annunciata da Roberta Carla Balbis: “Si tratta di riconoscere un valore alle cose – ha detto –. E sì, bisognerebbe riparametrare questo nostro ruolo, ma soprattutto quello di chi governa. Questo non per ‘auto incensarsi’, ma perché questo tipo di impegno vale. E questo valore va riconosciuto anche in termini di emolumenti”.

Chi invece vota contro è Sergio Togni, capogruppo del Carroccio: “Non ritengo sufficiente l’astensione – ha spiegato –. Effettivamente questa delibera avrebbe dovuto prendere in considerazione almeno l’aumento Istat, in questi due anni abbastanza elevato. Non voglio che il mestiere di consigliere diventi una professione per ricchi con del tempo da perdere”.

“Probabilmente – ha aggiunto Togni, piuttosto amareggiato – prevale l’idea che se il politico aumenta il suo reddito di 50 euro aumenti anche il suo furto di 50 euro. Ma io credo che la politica debba credere in se stessa, e aumentare lievemente l’indennità dà il segnale che ci crede. Visti i dati Istat un aumento del 5, del 10 per cento, si potrebbe fare. E lo dice uno a cui non cambierebbe la vita”.

Dalla maggioranza – cui si aggiunge Sylvie Spirli (Lega) – il voto è compatto a favore della delibera. Anche se, dice Pietro Varisella (Alliance valdôtaine), “è giusto cogliere lo stimolo del consigliere Giordano. Sono pienamente d’accordo, sicuramente un riconoscimento economico è corretto sia fatto”.

Non la pensa così il consigliere di Pcp – in quota Area democratica – Diego Foti: “Pur riconoscendo il lavoro che un politico svolge dentro quest’aula credo di non condividere il metodo di un eventuale aumento – ha spiegato –. È una auto proclamazione. Non è possibile aumentarsi lo stipendio per mano propria. Lo trovo un insulto ad altri lavoratori che hanno pari dignità. E non tutti i lavori sono indicizzati all’inflazione”.

La delibera, che “congela” le indennità tali e quali a quelle degli ultimi anni, è stata approvata dal Consiglio. Ventidue i voti a favore, cinque le astensioni, un voto contrario.

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