Da Saint-Jacques a Cime Bianche per “dire basta al progetto della funivia”

20 Luglio 2021

Un centinaio escursionisti – amanti della montagna, residenti o turisti storici, associazioni ambientaliste e anche un movimento politico – si sono ritrovati domenica 18 luglio per affrontare insieme la salita Frachey di Ayas fino alle Cime Bianche e “continuare la battaglia di conservazione della perla della Val d’Ayas, contro l’assurdo progetto di collegamento funiviario intervallivo con Cervinia che da oltre un anno è tornato in auge in Consiglio regionale”.

Tra di loro c’errano i rappresentanti di Valle Virtuosa, del Progetto fotografico “L’Ultimo Vallone Selvaggio. In difesa delle Cime Bianche”, dei Fridays for Future VdA, Mountain Wilderness Italia, Legambiente VdA, Cai Mariano Comense, Comitato “La Valle non è una discarica”, Comitato “Discarica sicura di Pompiod e Ambiente Diritti Uguaglianza Vda.

“Questo progetto per il terzo comprensorio più grande al mondo – spiegano in una nota i partecipanti – incarna l’arroganza e il delirio di onnipotenza che caratterizzano l’approccio alla montagna della classe politica locale. Il dossier Cime Bianche presenta infatti diverse criticità ambientali: il vallone è inserito nella rete Natura 2000 come Zona di Protezione Speciale (ZPS) e Sito d’Interesse Comunitario (SIC) dalle normative europee; la spasmodica ricerca di neve ad alta quota non è affatto una risposta alla crisi climatica, ma semmai il suo peggioramento con l’antropizzazione e la mercificazione della montagna, che non è un luna park al servizio delle città; una spesa stimata di oltre 100 milioni di euro, in piena crisi sanitaria ed economica, rappresenta un vero ulteriore spreco di denaro pubblico, a scapito di un ambiente naturale selvaggio e preziosissimo”.

Secondo Valle Virtuosa, i rappresentanti del progetto fotografico “L’Ultimo Vallone Selvaggio. In difesa delle Cime Bianche” e Adu Vda, “la spesa prevista per lo studio di fattibilità del collegamento delle Cime Bianche, pari a oltre 900.000 euro, potrebbe essere riconosciuta come un danno contabile per la Regione. Di questa somma, i 250.000 euro destinati alla progettazione definitiva sono invece illegittimi, dato che il Consiglio regionale aveva votato – a maggioranza – solo per il primo livello di progettazione”. Le associazioni, infine, si dicono pronte anche a una battaglia legale per la difesa del vallone.

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