Aumenti Tari, il Comune di Aosta valuta di alzare la soglia Isee per l’esenzione

24 Ottobre 2024

Trovare le risorse, nel prossimo bilancio comunale, per aumentare la platea delle famiglie che potranno richiedere l’esenzione dal pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti, alzando la soglia massima dell’Isee dagli attuali 7.500 euro a 9.000 euro.  È la strada prospettata dal Comune di Aosta, per venire incontro agli aumenti registrati nell’ultima bolletta. A spiegarlo, in Consiglio comunale nella mattinata di oggi, giovedì 24 ottobre, è la vicesindaca Josette Borre, accogliendo una mozione, emendata in aula, della consigliera della Lega, Sylvie Spirli.

Ricordando l’aumento dei costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, passati da 6,6 milioni di euro del 2023 a 8,1 milioni di euro quest’anno, e l’obbligo per legge di coprirli con i tributi dei cittadini, Borre dice che nel prossimo bilancio, che sarà approvato il 18 dicembre, “abbiamo accantonato qualche soldo in più per l’innalzamento della soglia Isee per l’esenzione della Tari”. E aggiunge: “Siamo partiti nel 2020 con una soglia Isee massima per l’esenzione di 5.500 euro, l’abbiamo portata a 7.500 euro e adesso valuteremo come riuscire a portarla a 9.000 euro“.

Per quanto riguarda i tributi,  “noi avremo un’altra grande perdita nel 2025 che sarà l’entrata dell’acqua. Perdendo il servizio idrico (che dal 1° gennaio sarà gestito dal Sev, il Services des eaux valdôtaines, la società in house del Bimper la gestione unica di acquedotti, fognature e impianti di depurazione di tutta la regione, ndr.),  non incasseremo più tutto ciò che riguarda l’acqua ma continueremo a mantenere alcuni costi”.

Il tema dell’aumento della Tari è stato affrontato anche in un ordine del giorno e una mozione presentati da Renato Favre (Forza Italia) e Cristina Dattola (La Renaissance Valdôtaine), che chiedevano di rivedere le tariffe a carico delle famiglie. A dettagliare le ragioni dell’aumento dei costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è l’assessore all’Ambiente, Loris Sartore: “Gli aumenti sono stati determinati dalla revisione dei prezzi contrattualmente richiesta dal gestore (la Quendoz srl) conseguenti agli aumenti del costo della vita e dell’inflazione, dall’inserimento di alcuni servizi aggiuntivi, come la raccolta dei tessili sanitari, dall’aumento dei costi del conferimento dei rifiuti alla discarica di Brissogne gestita dalla società Enval – spiega -. In questo caso, gli aumenti riguardano il costo della manodopera e dell’energia per far funzionare l’impianto. Allo stesso tempo sono venuti meno degli incentivi europei, c’è l’obbligo del pre-trattamento dei rifiuti, ci sono gli accantonamenti per la gestione post-discarica, che si avvicina al suo esaurimento nel giro di pochi anni. Tutti questi costi sono a carico delle famiglie”.

L’assessore ricorda che l’importo medio della Tari per le famiglie valdostane è di 303 euro, a fronte di una media italiana di 320 euro. “Lo schema per il calcolo della tassa che l’Arera chiede a tutte le amministrazioni comunali di utilizzare è quello, noi saremmo ben contenti di riuscire a diminuire gli oneri a carico delle famiglie a fronte di una diminuzione dei costi. Non ci facciamo al momento grosse illusioni, cerchiamo piuttosto di contenere il più possibile l’aumento dei costi”, migliorando la qualità dei rifiuti conferiti. “La bolletta che è stata ricevuta dalle famiglie è stata calcolata come quelle degli anni precedenti. – conclude l’Assessore – A partire dal 1° gennaio del prossimo anno” – con il via alla Tarip – “verrà fatto il calcolo dei conferimenti attraverso il conteggio delle aperture dei cassonetti. Gli uffici stanno lavorando alla modifica del regolamento. Non è che in assoluto pagheremo di meno, pagherà di più chi farà un numero di conferimenti di rifiuto indifferenziato superiore al minimo che sarà stabilito”.

Nella dibattito, dai banchi dell’opposizione, il consigliere della Lega, Bruno Giordano, dice che “l’inflazione da sola non basta per far passare da 6,6 milioni a 8,1 milioni di euro il costo dell’appalto, bisogna interrogarsi sul regime di monopolio“.  E aggiunge: “Mi chiedo cosa pagheremo se, visto che la discarica di Brissogne è al limite, saremo obbligati a conferire i rifiuti ad esempio a 40 chilometri di distanza. Io sono favorevole al pirogassificatore, perché chi paga è la gente comune e le famiglie che non ce la fanno”.  “Il monopolio non permette un raffronto dei prezzi. – aggiunge la consigliera Cristina Dattola de La Renaissance Valdôtaine – I costi sono aumentati perché sono aumentati i costi del gestore del servizio. Tutto questo a discapito delle famiglie”. “Non credo che bruciare sia la soluzione, ma l’unica via possibile è la riduzione dei rifiuti. Ancora ne produciamo troppi e i costi di smaltimento ce lo ricordano. – dice, dalla maggioranza, Gabriella Massa del Progetto Civico Progressista –  Con legislazioni adeguate, dai comuni alle regioni alle nazioni, bisogna spingere affinché gli imballaggi e il sistema di distribuzione sia sempre meno impattante”.

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