Consegnato a Charvensod il box confiscato alla criminalità

03 Novembre 2023

Con il perfezionamento dell’iter, il Comune di Charvensod ha consegnato alla locale sezione Fiolet un box in località Plan Félinaz. Si tratta di un bene confiscato alla criminalità organizzata. La consegna è avvenuta nella mattinata di ieri, giovedì 2 novembre.

Il bene, a seguito della confisca da parte dell’autorità giudiziaria, è stato assegnato al patrimonio del Comune ed è stato così concesso, a seguito di una pubblica manifestazione di interesse, ala sezione del Fiolet, che lo potrà utilizzare come deposito per il materiale funzionale alla sua attività.

“Concludiamo un percorso lungo – dichiara il sindaco di Charvensod, Ronny Borbey – con il quale concediamo uno spazio per la gestione dei materiali di una associazione importante per il nostro territorio, capace di aggregare e valorizzare le tradizioni locali”.

Il deposito confiscato alla criminalità è stato affidato alla società Fiolet-Charvensod

di Giorgia Gambino

Il deposito di località Plan Félinaz, a Charvensod, un tempo proprietà della criminalità organizzata si trasformerà nel nuovo magazzino della società Fiolet-Charvensod. Essa è stata l’unica ad aver aderito alla gara di affido dell’immobile lanciata lo scorso aprile e conclusasi nel mese di maggio.

“La società è molto presente sul territorio e si impegna quotidianamente nella propria finalità, ovverosia la promozione e la pratica degli sport popolari – rammenta il sindaco Ronny Borbey -. Inoltre, il presidente, Christian Comé, ha da poco conquistato il suo secondoBaton d’or nei campionati di serie A”.

I locali, inutilizzati per finalità istituzionali e dotati di 18 metri quadri di ampiezza, sono stati concessi alle squadre della società Fiolet-Charvensod in comodato d’uso gratuito per la durata di tre anni.

“Il box è parte di un condominio sequestrato a Giuseppe Nirta e alla sua famiglia come già il lotto di Quart, ma, in quanto tale, esso non può essere oggetto di un progetto sociale definito e particolareggiato – spiega ancora Borbey -. I beni confiscati non possono essere venduti bensì obbligatoriamente destinati ad attività sociali, ma ovviamente tutto dipende dalla natura dell’edificio, che in questo caso può essere utilizzato per conservare il materiale connesso alle iniziative associative”.

Sequestrato almeno sette anni fa, il deposito è stato acquisito dal comune soltanto l’anno passato; come racconta ancora Borbey, “dopo alcuni errori nell’accatastamento, abbiamo proceduto a svolgere le procedure al catasto in autonomia”.

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