Accesso antimafia Aosta e St-Pierre, attesa per la decisione del Consiglio dei Ministri

01 Febbraio 2020

E’ attesa entro metà febbraio la delibera del Consiglio dei Ministri sull’accesso antimafia delle amministrazioni comunali di Saint-Pierre e Aosta. A rischiare lo scioglimento sembra essere soprattutto il comune della Grand Paradis.

Le indiscrezioni dei mesi scorsi, vengono oggi confermate dal quotidiano La Stampa che pubblica stralci della relazione dei tre ispettori nominati dal Presidente della Regione, nelle sue funzioni prefettizie, a seguito delle risultanze dell’indagine Geenna che, il 23 gennaio 2019, portò agli arresti del consigliere regionale Marco Sorbara, dell’ex assessore alle Finanze di Saint-Pierre Monica Carcea e dell’ex consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico.

La conclusione a cui arriva la commissione, insediatasi nell’aprile scorso, su autorizzazione del Ministero dell’Interno, è che il comune di Saint-Pierre vada sciolto. “Alla luce delle condizioni ambientali e delle risultanze dell’attività di verifica condotta e di quella giudiziaria, la Commissione d’indagine ritiene che gli elementi riscontrati siano connotati delle caratteristiche di concretezza, univocità e rilevanza ritenuti sintomatici del condizionamento dell’apparato politico e amministrativo del Comune di St-Pierre da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso tale da comprometterne il buon andamento o l’imparzialità”.

Gli ispettori hanno compiuto, negli uffici dei due enti locali, campionature di atti legati ad una varietà di procedimenti, appalti e contratti relativi a settori che presuppongono anche istanze provenienti dal pubblico, come l’edilizia privata, i servizi cimiteriali, la casa e le licenze commerciali.

L’esame svolto dai commissari non ha riguardato solo il periodo oggetto dell’inchiesta “Geenna” della Dda di Torino e dei Carabinieri del Reparto Operativo (sostanzialmente, dal 2014 al 2017), ma anche gli anni precedenti.

Se per Saint-Pierre il giudizio sembra essere tranchant, su Aosta la relazione non evidenzia l’infiltrazione ma “rivela la presenza di politici le cui azioni sono dettate da finalità non sempre aderenti all’interesse pubblico, come nel caso delle procedure di assegnazione di lavori pubblici”.

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