Ispezioni antimafia: possibili negligenze ad Aosta, complessità a Saint-Pierre

Il Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica ha valutato, nella riunione di oggi, venerdì 8 novembre, l’attività delle Commissioni incaricate di accertare l’esistenza di condizionamenti di ‘ndrangheta nei due comuni.
Blitz anti 'ndrangheta dei Carabinieri
Cronaca

Un’attività amministrativa dalla quale traspaiono talvolta scostamenti dalla linearità dei procedimenti, riconducibili a possibile negligenza, per quanto riguarda il comune di Aosta, ed a scenari di maggiore complessità, nel caso di Saint-Pierre. È la “fotografia” ricavata dell’istruttoria delle Commissioni di accesso antimafia, come presentata – secondo quanto si è appreso – dai componenti dei due gruppi di lavoro al Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica. L’organismo si è riunito oggi, venerdì 8 novembre, sotto la guida del presidente della Regione Antonio Fosson, nelle sue attribuzioni prefettizie.

Insediatesi nello scorso aprile, su autorizzazione del Ministero dell’Interno, le Commissioni (composte ognuna da un viceprefetto, un funzionario amministrativo ed un ufficiale di Carabinieri e Guardia di finanza) hanno compiuto, negli uffici dei due enti locali, campionature di atti legati ad una varietà di procedimenti, appalti e contratti relativi a settori che presuppongono anche istanze provenienti dal pubblico, come l’edilizia privata, i servizi cimiteriali, la casa e le licenze commerciali.

L’esame svolto dai commissari non ha riguardato solo il periodo oggetto dell’inchiesta “Geenna” della Dda di Torino e dei Carabinieri del Reparto Operativo (sostanzialmente, dal 2014 al 2017), ma anche gli anni precedenti. La logica dell’accertamento antimafia è infatti di verificare la sussistenza di eventuali condizionamenti del crimine organizzato non solo a livello delle figure politiche coinvolte nelle indagini sulle infiltrazioni di ‘ndrangheta (in arresto sono finiti, lo scorso 23 gennaio, gli ex assessori di Saint-Pierre ed Aosta Monica Carcea e Marco Sorbara e il consigliere comunale sospeso del capoluogo Nicola Prettico), ma anche sulla macchina amministrativa, intendendo con ciò dirigenza e funzionari comunali.

A fronte dell’illustrazione del lavoro svolto, da parte delle Commissioni, i partecipanti al tavolo – il questore Ivo Morelli, il comandante del Gruppo Carabinieri, tenente colonnello Carlo Lecca, e il comandante regionale della Guardia di finanza, generale Raffaele Ditroia, con in più, per l’occasione, il procuratore capo Paolo Fortuna – hanno valutato le due situazioni alla luce, tra l’altro, delle rispettive esperienze investigative e professionali e del compendio informativo raccolto nel tempo.

Il prossimo passo della procedura prevede che, entro una quindicina di giorni, il presidente della Regione, nelle sue prerogative prefettizie, relazioni sull’accesso nei comuni al Ministro dell’Interno, trasmettendo anche gli atti delle ispezioni. Nel documento conclusivo dovranno essere indicati gli affidamenti e i servizi apparsi condizionati da sodalizi criminali, o caratterizzati comunque da una condotta antigiuridica.

Seguirà quindi un intervallo di tre mesi in cui il rappresentante del Governo potrà decidere, sulla base delle risultanze emerse, di proporre lo scioglimento degli organi istituzionali (Consiglio comunale e Giunta) dei comuni interessati dalla procedura. In quel caso, l’atto che lo rende effettivo è un decreto del Presidente della Repubblica, emanato a seguito della deliberazione del Consiglio dei ministri.

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