Aggressione alla compagna, manager patteggia 5 mesi

03 Marzo 2020

Era stato arrestato il 19 agosto dell’anno scorso, a Rhêmes-Notre-Dame, con l’accusa di aver strangolato e picchiato la sua compagna, dopo averla rinchiusa nella camera dell’abitazione in cui erano per un periodo di vacanza in Valle. Oggi, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Aosta Marco Tornatore, il manager belga Filip De Ridder, 55 anni, ha patteggiato cinque mesi di reclusione (con la sospensione condizionale della pena) per l’imputazione di violenza privata.

Per l’altro capo d’accusa, cioè le lesioni personali, la donna ha rimesso la querela sporta all’epoca. L’imputato era assistito dall’avvocato Federico Parini. La sera dei fatti, De Ridder era finito in manette per sequestro di persona e tentato omicidio. La sua versione era diametralmente diversa da quella di Procura e Carabinieri ed il Giudice delle indagini preliminari, al momento dell’udienza di convalida, ritenendo non sussistere gravi indizzi dei reati contestati, aveva riqualificato le accuse nei suoi confronti.

Per gli inquirenti, l’uomo avrebbe chiuso la compagna (una trentenne di origini africane stabilitasi in Olanda) in camera, impedendole di uscire, tentando di strangolarla e percuotendole la testa contro il bordo di un tavolo. Lui aveva ammesso un pesante litigio, precisando però di non essere andato oltre qualche spintone e di non avere avuto intenzione di ucciderla. La disputa era nata per motivi sentimentali: un presunto tradimento della donna, di cui l’imputato riteneva di aver rinvenuto tracce in alcuni messaggi sullo smartphone di lei.

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