“Una lite, ma non oltre qualche spinta”: il manager arrestato risponde al Gip

Il belga Filip De Ridder ha risposto, nella mattinata di oggi, alle domande del giudice Colazingari su quanto accaduto nell’alloggio a Rhêmes-Notre-Dame in cui era in vacanza con la compagna, una 34enne di origini africane.
Carcere Brissogne
Cronaca

Si è tenuta in mattinata, alla casa circondariale di Brissogne, l’udienza di convalida dell’arresto del manager belga 55enne Filip De Ridder, accusato di sequestro di persona e tentato omicidio della donna con cui era in vacanza a Rhêmes-Notre-Dame, una 34enne di origini africane. Difeso dall’avvocato Federico Parini, l’uomo ha risposto a lungo alle domande del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Colazingari.

La sua versione di quanto è accaduto nell’alloggio preso in affitto dalla coppia è completamente diversa da quella della compagna. De Ridder ha ammesso un litigio, che non sarebbe però andato oltre qualche spinta vicendevole. Il pubblico ministero Luca Ceccanti ha chiesto, a carico del belga, la custodia cautelare in carcere. Il difensore dell’indagato si è opposto, invocando la scarcerazione o comunque delle misure meno afflittive della detenzione. Il giudice si è riservato la decisione in merito. Il pronunciamento è atteso per la mattinata di domani: nel frattempo, l’arrestato resterà in cella.

I Carabinieri della stazione di Saint-Pierre e del Nucleo operativo erano intervenuti nell’abitazione nella serata di lunedì scorso, 19 agosto, a seguito della chiamata del figlio adolescente dell’uomo, spaventato perché resosi conto della lite in corso. Nella ricostruzione dei militari, sulla base della quale è scattato l’arresto, ad innescare il diverbio sarebbe stato l’emergere, verosimilmente attraverso la “scoperta” di alcuni messaggi su un telefono cellulare, di un presunto tradimento della donna.

L’uomo – sono le accuse mossegli dalla Procura – avrebbe rinchiuso la compagna in camera, impedendole di uscire (da cui l’accusa di sequestro di persona), tentando di strangolarla e percuotendole la testa contro il bordo di un tavolo (atti che, per gli inquirenti, configurano il tentato omicidio). I militari hanno anche sequestrato un’ascia: alcuni dei traumi riscontrati sul volto della 34enne (giudicati guaribili in 20 giorni) potrebbero essere riconducibili a colpi inferti con il manico dell’attrezzo.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte