BCC Valdostana, arriva la revoca della condanna per Martino Cossard
Dopo l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” di Marco Linty, ex presidente dell’Istituto di Credito Valdostano, dall’accusa di reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, arriva in virtù dell’effetto estensivo “dell’impugnazione” in Cassazione , l’ordinanza di revoca della Corte di Appello di Torino della condanna nei confronti di Martino Cossard.
“Prendiamo atto con soddisfazione, come avvenuto già per l’ex presidente dell’istituto bancario, dott. Marco Linty, del dispositivo di revoca della condanna di Martino Cossard, che testimonia ancora una volta l’indipendenza dell’Istituto bancario dalle influenze politiche – evidenzia il Presidente Davide Adolfo Ferré – Questa ennesima assoluzione chiude una vicenda che per anni ha coinvolto i vertici della BCC Valdostana, e toglie ogni dubbio sulla irreprensibilità dei comportamenti di chi ha guidato il nostro Istituto in passato. Siamo quindi felici dell’esito di questa vicenda processuale che ha pesato molto anche sulla vita personale degli imputati, ribadendo, infine, che la BCC Valdostana risponde unicamente alla Vigilanza (BCE e BANKIT) ed ai propri circa 10.000 soci che ne sono i proprietari ed eleggono i propri rappresentanti in un’assemblea democratica viva e partecipata”.
L’ipotesi di reato, su cui avevano indagato la Procura di Aosta e i Carabinieri, riguardava il progetto di spostare la filiale di Fénis della Bccv da una sede di proprietà dell’istituto a locali dell’allora assessore, in affitto. Per l’accusa, l’ex consigliere regionale Ego Perron, con l’obiettivo di ottenere un contratto di locazione per l’immobile (poi annullato per un vincolo d’uso dello stabile), si prodigò per far rieleggere i co-imputati negli organi sociali della banca, in vista dell’assemblea dei soci, nella primavera del 2015. Perron, a seguito della sentenza aostana, dette le dimissioni dalla carica di assessore alle finanze e, qualche settimana dopo, venne sospeso dalla carica di consigliere regionale per effetto della “legge Severino”, non ricandidandosi alle elezioni successive, nel 2018. Nel dicembre scorso, dopo due gradi di giudizio finiti in condanna e ad oltre cinque anni dai fatti, la Cassazione aveva riscritto l’esito del processo Bccv, annullando senza rinvio “perché il fatto non sussiste” la sentenza della Corte d’appello di Torino del 16 luglio 2019, che aveva dichiarato colpevoli di induzione indebita a dare o promettere utilità l’ex assessore regionale Ego Perron (cui erano stati inflitti un anno ed otto mesi di reclusione, pena sospesa) e l’ex presidente della Banca di credito cooperativo valdostana Marco Linty (sei mesi, sempre con sospensione condizionale).