Coronavirus, si studia la terapia domiciliare e l’utilizzo del “Protocollo Marsiglia”
Terapia a casa per i pazienti Covid ed il tentativo di applicare, per loro il “Protocollo Marsiglia”, già sperimentato in Cina.
Queste alcune delle strategie messe in atto dall’Unità di crisi per la gestione dell’emergenza Coronavirus, spiegate in conferenza stampa dal coordinatore, il dottor Luca Montagnani.
“Stiamo definendo un protocollo per la terapia domiciliare – ha detto il medico –, e servirà l’aiuto di tutti i medici di Medicina generale, che si sono già offerti di individuare i pazienti ai quali si potrebbe somministrare la terapia. L’Usl ha inoltre avviato una piattaforma di monitoraggio e l’unità territoriale ha già individuato i primi pazienti a domicilio da monitorare, un sistema già attivo a Pontey per pazienti in microcomunità”.
Riguardo il “Protocollo Marsiglia” c’è però un passaggio da risolvere: ovvero il fatto che, ad oggi, la combinazione tra l’antimalarico (l’Idrossiclorochina) e l’antibiotico (l’azitromicina) – lo studio è stato pubblicato da un team dell’Istituto ospedaliero universitario “Méditerranée Infection” di Marsiglia – non può essere prescritto da un medico di base.
Montagnani infatti spiega: “Uno dei farmaci previsti dal protocollo non è prescrivibile se non da un Infettivologo, ed è questo il problema che stiamo cecando di risolvere. La farmacia ospedaliera ne ha una scorta importante, che stiamo implementando, e stiamo cercando di capire con medici di famiglia come si può arrivare ad una soluzione”.
Soluzione che, come spiega il Presidente della Regione Renzo Testolin, va in una direzione ben precisa: “Ci si sta organizzando in Usl per l’utilizzo di farmaco a domicilio, ma che veda un predosaggio già preparato nella farmacia ospedaliera”.
Nel frattempo, come annunciato, sono state potenziate le squadre Usca – le Unità Speciali di Continuità Assistenziale attivate lo scorso 22 marzo e composte da un medico e un infermiere, e che si occupano dell’assistenza domiciliare – passate da due a tre.
I positivi del Beauregard verso la clinica di Saint-Pierre
“Il reparto all’ospedale Beauregard – ha spiegato Montagnani – è diviso in due ali: la Geriatria per gli acuti e quello per i pazienti meno impegnativi. Quest’ala era stata chiusa per recuperare del personale, ma purtroppo sono stati trovati dei casi positivi, ed i pazienti sono stati posti in isolamento presso il reparto chiuso. Al momento sono isolati lì nove pazienti, li trasferiremo appena aprirà il reparto Covid alla clinica di Saint-Pierre perché sono persone in grado di essere spostate e vedremo di liberare il Beauregard dai pazienti Covid”.
Dpi, la situazione si è normalizzata. In arrivo mascherine in “tessuto non tessuto” nei comuni
“La situazione riguardo i Dispositivi di protezione individuale si è normalizzata – ha spiegato invece il coordinatore della Protezione civile valdostana Pio Porretta –, sbloccato da Roma. Al momento abbiamo 24mila mascherine in giacenza e sono in arrivo oltre 50mila Ffp2, assieme alle 90mila chirurgiche”.
A questo Porretta aggiunge un elemento: “Domani verranno consegnate ai comuni valdostani 70mila mascherine in “tessuto non tessuto” filtranti, quindi non sono dei Dpi, delle quali verranno pubblicati sui siti delle Amministrazioni le modalità d’uso”.