Corruzione VdA in Cassazione, annullate le condanne di Cuomo e Accornero
E’ approdato ieri, venerdì 1° luglio, in Corte di Cassazione il processo su vari episodi corruttivi nell’ambito di alcune società partecipate regionali, noto come “Corruzione VdA”. I giudici della sesta sezione si sono pronunciati sui ricorsi presentati dall’ex presidente della Regione Augusto Rollandin, dall’imprenditore alimentare Gerardo Cuomo e dall’ex consigliere delegato del Forte di Bard Gabriele Accornero sulla sentenza d’appello del procedimento (pronunciata a Torino il 20 settembre 2021). E se già il secondo grado aveva riscritto ampiamente l’esito decretato dal Gup di Aosta nel marzo 2019, ora è arrivata un’ulteriore riforma.
E’ stata infatti annullata, con rinvio ad una diversa sezione della Corte d’Appello torinese, la condanna ad un anno di reclusione (pena sospesa) inflitta ad Accornero e Cuomo per corruzione per l’esercizio delle funzioni. Era relativa al pagamento, da parte del titolare del “Caseificio valdostano”, di una fattura di un artigiano che aveva svolto lavori a casa del manager del polo culturale della bassa Valle. Nella lettura dei giudici torinesi, così facendo “Cuomo recava un apprezzabile vantaggio, in termini economici, al pubblico ufficiale” Accornero.
Ora – per ragioni che potranno comprendersi con il deposito delle motivazioni della Suprema Corte (i legali degli imputati avevano avanzato più motivi di censura del punto) – la vicenda dovrà essere esaminata nuovamente dai magistrati torinesi. Relativamente alle restanti parti, le impugnazioni di Cuomo ed Accornero sono state rigettate. Respinta anche quella del già presidente (oggi consigliere regionale) Rollandin, che riguardava la dichiarazione di estinzione, per intervenuta prescrizione, della corruzione per l’esercizio delle funzioni ravvisata dalla Corte d’Appello nell’imputazione relativa al trasferimento della Deval SpA da un magazzino occupato all’Autoporto.
Secondo l’accusa (l’inchiesta coordinata dalla Procura di Aosta erano stata svolta dai Carabinieri del Gruppo Aosta), l’allora Capo dell’Esecutivo favorì, facendo “pressioni”, lo spostamento, per consentire l’ampliamento della sede del grossista alimentare, con il manager Finaosta quale “trait d’union” tra i due. Cuomo, stando alle indagini, sarebbe stato favorito anche attraverso la rinegoziazione dei contratti di locazione degli immobili a condizioni vantaggiose. Per i giudici d’Appello, tuttavia, “non vi è stata da parte degli imputati alcuna attività contraria ai doveri d’ufficio”.
Tuttavia, l’aver potuto svolgere un comizio elettorale (uno dei “benefici” con cui, per gli inquirenti, il titolare del “Caseificio” si sarebbe “sdebitato” nei confronti del politico) ha “costituito – è scritto nella sentenza d’Appello – un vantaggio per il candidato” Rollandin (cui in primo grado erano stati inflitti quattro anni e sei mesi di carcere). Per quanto di entità modesta, giacché si trattava di un amministratore che “all’epoca godeva di ampio favore nell’elettorato e che era destinatario di migliaia di voti di preferenze”, ciò “non esclude il valore penale della condotta”, dichiarata però estinta per prescrizione nel gennaio 2021, cioè proprio poco prima del giudizio di secondo grado. Per effetto della decisione della Cassazione, questa parte della sentenza diventa definitiva, cristallizzando la lettura della magistratura d’appello.
“Non posso non osservare che il mio cliente, il dottor Accornero, – sottolinea l’avvocato aostano Corrado Bellora, relativamente al verdetto di ieri – era partito con nove capi d’imputazione, venendo condannato per sette in primo grado, divenuti uno in secondo. Ora, la Cassazione ha stabilito l’annullamento con rinvio anche di quest’ultimo e confido nella possibilità che, nel nuovo giudizio in Corte d’Appello, il dottor Accornero possa essere prosciolto anche dall’unica imputazione rimasta a suo carico, cosa per la quale sto lavorando sin dall’inizio di questo processo”.