Denunce al premier Draghi, la Procura ne archivia 82: nessun reato
Per la Procura di Aosta, nelle denunce depositate sinora dai cittadini che ritengono illegittime le misure introdotte dal governo per il contenimento della pandemia Covid-19 non si ravvisano notizie di reato. Letti e valutati gli 82 esposti depositati durante la manifestazione “No green pass” di venerdì scorso, 28 gennaio (svoltasi sotto a Palazzo di giustizia), e il giorno successivo, sabato 29, il Sostituto procuratore in turno ne ha disposto l’archiviazione. L’ipotesi formulata dai denuncianti era di violenza privata, nei confronti del “presidente Mario Draghi e gli altri ministri”.
L’analisi delle denunce ha restituito quanto già emerso al momento della protesta nei giardini “Lussu”. L’iniziativa di interessare l’autorità giudiziaria, già attuata in altre località italiane, sfrutta un atto precompilato da un legale, condiviso dal movimento anti-restrizioni nelle chat di settore. Gli esponenti, eccezion fatta per un paio di casi in cui le presunte illegittimità erano rivolte genericamente “contro ignoti”, hanno completato il kit “fai da te” con i dati personali e la data, procedendo poi al deposito in Procura (altri, nei giorni prima, si erano recati in Questura, o in alcune stazioni dei Carabinieri).
Il “ricatto vaccinale”
Il testo della denuncia, lungo diverse pagine, ripercorre i provvedimenti governativi che si sono succeduti dallo scorso aprile alle recenti festività, con particolare riguardo alla previsione dell’obbligo vaccinale per determinate categorie professionali (estese progressivamente) e del “Green pass” (poi rafforzato) per l’accesso ad una serie di servizi. Secondo la denuncia, attraverso quegli atti, per la prima volta nell’ordinamento italiano è stata introdotta “non già una normale sanzione ma un vero e proprio ricatto dietro precisa minaccia”.
Morte? Non per Covid-19…
Quale? La risposta arriva richiamando le parole del presidente del Consiglio dei ministri in una conferenza stampa d’illustrazione delle misure, in cui il premier “ha affermato che chi non si vaccina muore”. L’esposto precompilato arriva a sostenere che “la sola cosa che Draghi ha omesso di dire è quale sarà la causa di morte per chi non si vaccina”, individuata dalla “denuncia tipo” non nel Covid-19, ma nel fatto che, privati della possibilità di lavorare, “i cosiddetti ‘no vax’, in realtà, moriranno di fame a causa dei suoi illegittimi decreti”.
Il richiamo alle “leggi razziali”
Nel testo sottoscritto e depositato dalla quasi totalità dei denuncianti, l’azione sul versante delle restrizioni adottate rispetto alla pandemia viene definito “un esempio addirittura scolastico di violenza privata posto in essere dal Governo”. Un’“azione discriminatoria” che, si legge ancora nella denuncia pluricondivisa – con un richiamo ad una pagina storica già visto in alcune proteste di piazza, che molto ha fatto discutere – “non si vedeva in Italia dai tempi delle tragicamente note ‘leggi razziali’”.
Il carcere? “Più umano del divieto di lavorare”
Nell’ottica dei denuncianti, l’ordinamento potrebbe anche prevedere, fatti salvi i limiti costituzionali, un obbligo vaccinale generalizzato, prevedendo inoltre sanzioni per chi si rifiutasse di adempiere, collocandole nella sfera amministrativa, o anche penale, ma non è possibile “legiferare attraverso l’arma del ricatto” e anche qualora la violazione “comportasse il carcere” per i trasgressori, la pena “risulterebbe più umana del divieto di lavorare in sé”, giacché “è garantito al detenuto vitto e alloggio”. Non solo, il divieto al lavoro “equivale nei fatti ad una sorta di pena di morte indiretta”.
La “deriva autoritaria”
Messe in fila le presunte violazioni del Governo al quadro legislativo (chiuse sottolineando “lo scandalo assoluto del consenso informato” alle vaccinazioni e mettendo anche in campo il tema delle reazioni vaccinali avverse), la denuncia si chiude su un’esclamazione: “Solo il deciso intervento della Magistratura potrebbe a questo punto interrompere la deriva autoritaria in essere”. Oltre a invocare la Procura di punire premier e ministri ai termini di legge, la denuncia “fai da te” chiede l’emissione “dei provvedimenti cautelari meglio visti e ritenuti per interrompere le conseguenze del reato in corso”, visto che “le persone sono purtroppo costrette per sostentarsi a vaccinarsi contro la propria volontà”.
L’opposizione possibile
Elementi, quelli contenuti nella narrativa dell’esposto, che il Sostituto procuratore in turno non ha ritenuto, alla luce dell’ordinamento, indicativi della commissione di illeciti, spingendolo a procedere all’archiviazione autonoma, dopo l’iscrizione a “Modello 45” (“fatti non costituenti notizia di reato”). La sensazione è comunque che la questione non sia destinata ad esaurirsi: a tale esito, per quanto l’istanza non sia possibile al privato cittadino, ma vada depositata da un legale, l’originario denunciante può proporre opposizione. Verosimilmente, a Palazzo di giustizia, il “ricatto alimentare” farà ancora parlare.