Discarica di Pompiod, processo rinviato: Ulisse 2007 propone di rimuovere i rifiuti contestati

04 Febbraio 2021

Nonostante le aspettative della vigilia, che hanno anche radunato stamane sotto il Palazzo di giustizia un gruppo di ambientalisti e di residenti a Jovençan ed Aymavilles, l’udienza di oggi, giovedì 4 febbraio, sulla gestione non autorizzata dei rifiuti nella discarica di Pompiod si è chiusa con poco più di un rinvio. A fare notizia è però il motivo per cui il giudice monocratico Maurizio D’Abrusco l’ha concesso, aggiornando il processo al prossimo 27 maggio.

L’ipotesi di intervento

I difensori degli imputati (il legale rappresentante della società di gestione del sito Umberto Cucchetti, il direttore tecnico dell’impianto per conto dell’azienda Maria Antonietta Dellisanti e la stessa “Ulisse 2007 Srl”, chiamata in causa quale ente responsabile dell’illecito amministrativo derivante dai reati addebitati) hanno infatti annunciato la loro volontà di formulare una ipotesi di intervento, consistente in “una copertura dei rifiuti attualmente presenti in discarica” e nella “rimozione della partita di rifiuti oggetto di indagine e tuttora in quarantena in attesa di una decisione in merito”.

In questo senso, il differimento del processo è stato invocato per definire tale proposta (che, agli occhi dei difensori, condurrebbe al superamento delle contestazioni), anche attraverso l’accesso al sito  di consulenti di parte, che dovrà essere autorizzato dal Tribunale, visto il perdurante provvedimento di sequestro probatorio della discarica. “E’ un luogo – ha sottolineato l’avvocato Perla Sciretti, del foro di Milano – che si è fermato al 19 novembre 2019 (data in cui vennero posti i sigilli, ndr.)”. Obiettivo della copertura, per “Ulisse 2007”, è “evitare che pioggia e agenti atmosferici favoriscano la produzione di percolato” e “mettere in sicurezza la discarica fino alla conclusione del procedimento in corso”.

La Procura “nulla oppone”

Motivando il suo “nulla oppone” all’istanza, il pm Francesco Pizzato ha sottolineato che la Procura “ha interesse che vengano rimossi i rifiuti indebitamente conferiti all’interno dell’area” (l’ipotesi di inquinamento ambientale, perseguita inizialmente nell’inchiesta, è stata archiviata dal Tribunale nello scorso dicembre). Il giudice ha quindi concesso la dilazione, al fine di consentire il perfezionamento dell’iniziativa ventilata. A quanto si apprende, la strategia processuale delle difese mira, messo in campo l’annunciato intervento, a riproporre un’oblazione, cioè l’estinzione di un reato tramite il pagamento di una somma prestabilita.

Tale volontà era già stata manifestata all’indomani dell’emissione nel giugno 2020 – a seguito della richiesta della Procura una volta chiuse le indagini di Corpo forestale e Guardia di finanza – dei decreti penali di condanna nei confronti degli imputati (con ammende da 38.500 euro per ogni imputato e per “Ulisse 2007”). La sua bocciatura, da parte del Tribunale, si era tradotta nell’opposizione dell’azienda e dei suoi rappresentanti al provvedimento del Gip, sfociata nell’udienza tenutasi stamane. In apertura, cinque enti ed associazioni, come atteso, hanno comunicato la volontà di costituirsi parte civile nel processo.

Le possibili parti civili

Si tratta della Regione (rappresentata dal dirigente dell’avvocatura interna Riccardo Jans), dei Comuni di Jovençan (avvocato Valeria Casali) e di Aymavilles (avvocato Stefano Moniotto), del Comitato discarica sicura Pompiod (avvocato Davide Meloni), di Legambiente (avvocato Stefano Marchesini) e di Valle Virtuosa (avvocato Domenico Palmas). Le istanze di costituzione verranno discusse nella prossima udienza, quando apparirà più chiaro in che modo proseguirà il processo.

I conferimenti indebiti

Per l’accusa, a Pompiod, dal 2018 e sino all’agosto 2019, sono state smaltite poco meno di 3.500 tonnellate di materiali, provenienti anche da Piemonte e Lombardia, contaminati da mercurio, oppure con valori di antimonio, fenolo e idrocarburi superiori ai limiti autorizzativi, nonché contenenti fibre di amianto, o ancora con una concentrazione di ph tale da rendere il rifiuto classificato quale “pericoloso”. Materiali che, da quanto è emerso chiaro stamane, è priorità degli inquirenti veder sparire da poche centinaia di metri dai vigneti più nobili della “plaine”.

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