Il macellaio Ferré è stato colpito per ucciderlo? Affidata una perizia
Sarà il medico-legale Roberto Testi ad effettuare la perizia richiesta, attraverso un’istanza di incidente probatorio, dal pm Eugenia Menichetti sul caso di Olindo Ferré, il macellaio gravemente ferito in un’aggressione avvenuta il 1° ottobre 2018. L’incarico è stato affidato venerdì scorso, 12 aprile, dal Gip del Tribunale di Aosta ed il consulente ha richiesto trenta giorni per completare l’accertamento.
Il perito è chiamato a dire se i colpi inferti al 68enne di Charvensod fossero idonei a cagionarne la morte. L’udienza dedicata alle conclusioni che il medico-legale raggiungerà è stata fissata per il prossimo 31 maggio. Dopodiché, chiuso l’incidente probatorio, la parola tornerà alla Procura, che considera l’esame dirimente per l’esatta qualificazione dell’episodio.
Al momento, il fascicolo – che vede quale unico indagato l’impresario Camillo Lale Demoz, agli arresti domiciliari dall’11 gennaio di quest’anno – è aperto per omicidio colposo. Sulla base degli esiti della consulenza affidata a Testi, tuttavia, l’accusa potrebbe mutare, ad esempio in lesioni gravissime, oppure venire confermata.
Sui fatti aveva indagato la Squadra Mobile della Questura. Lale Demoz, come ripercorso nell’ordinanza cautelare a suo carico, avrebbe “colpito il Ferré” con una “zappa e relativo manico”. Colpi inferti “con estrema violenza”, che hanno provocato “la frattura del cranio” del 68enne, mai tornato ad un’esistenza normale. La “lite tra i due” è attribuita a cause ignote, ma “verosimilmente riconducibili allo stato di ebbrezza”.
Ferré si era recato a Quart in mattinata, perché “interessato all’acquisto di una mucca” da un allevatore. Aveva poi seguito Lale Demoz nel suo capannone di località Seran, dove – nella ricostruzione degli inquirenti – i due “hanno continuato a consumare bevande alcoliche”. È proprio in quella struttura che il 118 lo ha soccorso in gravi condizioni nel tardo pomeriggio, segnalando l’accaduto alla Questura.
Dalle attività della Mobile e della Scientifica era emerso che “le tracce rinvenute sulla scena del crimine sono riconducibili esclusivamente all’indagato e al Ferré” e che al profilo genetico dell’impresario corrispondessero le chiazze di sangue sull’“estremità superiore del manico” della zappa. Il mosaico che gli inquirenti ritengono di aver ricomposto appare quindi piuttosto completo, ma capire se chi ha colpito lo abbia fatto per uccidere, o meno, è il tassello ancora mancante, affidato al medico-legale.