Lago Lod, indagine della Procura: ipotesi di furto d’acqua

11 Gennaio 2023

Il sistema di ricircolo delle acque del Lago Lod, sopra Chamois, è oggetto di manomissioni. E’ l’ipotesi su cui lavora la Procura della Repubblica, a seguito di una perquisizione effettuata dal Corpo forestale della Valle d’Aosta e dalla Guardia di finanza la scorsa notte. L’accertamento è avvenuto nell’ambito di un fascicolo aperto la scorsa estate, per l’ipotesi di deterioramento di un bene paesaggistico, al momento formulata contro ignoti.

La situazione riscontrata dai forestali della Sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura e della stazione di Antey-Saint-André e dai finanzieri, che ha riguardato il complesso di smistamento delle acque di approvvigionamento del lago, è ora al centro di approfondimenti da parte degli inquirenti (l’inchiesta è affidata al pm Giovanni Roteglia). Tra gli scenari investigativi vi è che la risorsa idrica venga sottratta e le indagini proseguono per cercare conferme e individuare anche le finalità dell’eventuale furto.

Il lago Lod, a 2.015 metri di altitudine, sulle alture dell’unico comune valdostano non raggiungibile in automobile (tanto che forestali e militari sono arrivati nella località a piedi per condurre la perquisizione, evitando la funivia che ne avrebbe palesato la presenza), è salito alla ribalta delle cronache a febbraio del 2022, quando è emersa la concessione, rilasciata dall’amministrazione regionale per l’utilizzo del torrente Chamois e del lago stesso per alimentare due centrali idroelettriche.

La vicenda, sollevata in prima battuta da Legambiente, ha portato anche alla nascita di un Comitato, composto da residenti e proprietari di case a Chamois. Questo gruppo e l’associazione ambientalista, oltre a promuovere occasioni di confronto pubblico, nell’aprile 2022 hanno presentato anche un ricorso, a tutt’oggi pendente, al Tribunale Superiore delle Acque pubbliche (cui si sono opposti sia la Regione, sia il titolare della concessione) per l’annullamento degli atti di rilascio dell’autorizzazione.

La questione è disgiunta dalle attuali indagini, ma le segnalazioni sullo stato di malessere ambientale del lago, affiorate tra l’altro nel contesto delle iniziative di sensibilizzazione di Legambiente e del Comitato, hanno portato a verifiche da parte dei forestali della stazione di Antey. La relazione in cui ne sono condensati gli esiti, una volta depositata in via Ollietti, ha determinato l’apertura del fascicolo sulla base della nuova fattispecie di reato (introdotta proprio nel 2022) di deterioramento di bene paesaggistico, culminata nella perquisizione dell’altra notte e nell’affidamento di una consulenza sull’entità della carenza idrica lacustre.

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