Lago di Lod, le voci contrarie all’impianto idroelettrico: “Dov’è la pubblica utilità?”

Il grido di allarme del Comitato per la Salvaguardia del Lago di Lod e dell’Ambiente a Chamois durante l'incontro di sabato 12 marzo. Il progetto avvantaggia un privato, ma impoverisce un territorio e la sua comunità.
Lago di Lod Chamois foto Alice Dufour
Ambiente

Saccheggiare la natura per arricchire un privato e impoverire una comunità. Il concetto è emerso durante l’incontro pubblico organizzato sabato 12 marzo a Chamois. Il paese è preoccupato per il rilascio della concessione a un impianto idroelettrico che utilizzerà il Lago di Lod per alimentare la centralina “Mulino della Pila”.

“Gli effetti negativi del progetto porterebbero a snaturare l’equilibrio paesaggistico e naturalistico del lago, con pesanti conseguenze a livello ambientale”. Il grido di allarme arriva dal Comitato per la Salvaguardia del Lago di Lod e dell’Ambiente a Chamois.

“Il lago non è una vasca da bagno: non si può svuotare e riempire a piacimento. È un ecosistema estremamente complesso, scrigno di biodiversità per flora e fauna” spiega Vanda Bonardo, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta. “Se riduciamo il volume di acqua, lo facciamo oscillare in continuazione, non tuteliamo la biodiversità”.

“Il lago deve rimanere così com’è” afferma l’ingegnere Vittorio Vicentini, presidente del Comitato illustrando rischi e criticità che un pompaggio due volte al giorno fino a 22.000 metri cubi d’acqua comporterebbe sull’equilibrio e sull’ecosistema di un lago dal volume complessivo di 30.000 metri cubi.

Valutazione ambientale del progetto: “Si parlava dei torrenti, ma non del lago”

Durante l’incontro è intervenuta anche la consigliera regionale di minoranza Chiara Minelli, ex Assessora all’Ambiente. “Con un’interpellanza abbiamo chiesto se la Giunta intendeva risottoporre il progetto a valutazione ambientale”. La valutazione sulla compatibilità ambientale del progetto idroelettrico è datata 2010. “Oggi la normativa è cambiata. Abbiamo leggi diverse, alle quali dovremmo attenerci” prosegue la consigliera. Causa pandemia, la scadenza della valutazione ambientale del progetto, prevista a fine luglio 2021, arriverà a 90 giorni dopo il termine dello stato emergenziale del 31 marzo 2022. La consigliera aggiunge “nella documentazione si parlava dei torrenti (Chamois e Saverou, ndr), ma non del lago. Stiamo esaminando i documenti consegnati in seguito alla richiesta di accesso agli atti”.
Si tratta di “una battaglia contro la Regione. Davide contro Golia” esclama Antonio Beck Peccoz, da anni impegnato nella difesa dell’Alta Valle del Lys, a suo dire, “minacciata da una centrale idroelettrica”.

Dov’è la pubblica utilità? il progetto avvantaggia un privato, a discapito della comunità

Un’altra perplessità che emerge a gran voce, soprattutto tra il pubblico, è “perché la concessione è stata ceduta a un privato e alla sua ditta individuale?”. Secondo il consigliere comunale di minoranza Antonio Luca (detto Antoine) Casarotto il progetto è “a vantaggio di un imprenditore, ma a svantaggio di una comunità”. In gioco ci sarebbero gli interessi di un ingegnere e della Chamois Servizi Srl.
Tra i presenti c’è chi sostiene che per la piccola centralina del Mulino della Pila non vale la definizione di centralina idroelettrica di pubblica utilità. L’aspetto verrà approfondito con un parere legale.

Turismo a rischio: un paese senz’auto, invaso dai camion

“Perla delle Alpi” a 1.815 metri, paese senz’auto. Chamois si presenta nel mercato del settore turistico come un’oasi incontaminata.
“Il turista viene a Chamois per guardare le stelle in cielo e sentire il fruscio degli alberi” afferma una “ormai ex” turista genovese, ora residente in paese. Se l’iter proseguirà, “con i lavori che potrebbero durare anche tre anni, il paese senz’auto invaso dai camion e TIR, senza contare l’inquinamento acustico”.

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