Macellaio aggredito, il consulente del pm ribadisce: tracce da colluttazione
La “lettura” delle macchie di sangue rinvenute sulla scena dell’aggressione al macellaio Olindo Ferré è stata al centro dell’udienza di oggi, giovedì 6 febbraio, del processo a carico dell’impresario 75enne Camillo Lale Demoz, dinanzi al Gup Davide Paladino per il tentato omicidio del commerciante di Charvensod.
Stamane è stato sentito in aula il consulente tecnico della Procura, il biologo Paolo Garofano, che ha spiegato le procedure seguite per ricostruire la natura delle tracce ematiche presenti su indumenti e zappa sequestrati durante le indagini, rispettivamente all’imputato e nel capannone di località Séran di Quart (ove Ferré è stato trovato in condizioni disperate l 1° ottobre 2018).
Passaggi attraverso i quali l’esperto ha ribadito che si tratta di tracce da proiezione, sviluppatesi cioè durante la colluttazione, e non da contatto. Quest’ultima tesi era stata esposta dal genetista incaricato dalla difesa di Lale Demoz, Marzio Capra, concludendo che ciò provasse che l’imputato “è arrivato lì quando” la pozza di sangue vicino all’aggredito “si era già formata”, cioè “dopo l’aggressione”.
Concluso l’esame delle consulenze tecniche, cui la difesa aveva subordinato la richiesta di rito abbreviato (e la Procura si era avvalsa della “prova contraria”, nominando a sua volta un esperto), ora il procedimento entrerà nel vivo. Alla prossima udienza, fissata per il 3 marzo, inizierà la discussione tra le parti, ultimo passo prima della sentenza. L’imputato è difeso dagli avvocati Viviane Bellot e Antonio Rossomando. I familiari del macellaio sono parte civile con l’avvocato Maria Rita Bagalà.
Per il pm Eugenia Menichetti, sulla base delle indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura e della Polizia scientifica, Lale Demoz (che continua ad essere sottoposto agli arresti domiciliari) ha colpito Ferré, al culmine di una lite, attribuita a cause ignote, ma “verosimilmente riconducibili allo stato di ebbrezza”.
Il macellaio era andato a Quart per trattare l’acquisto di bestiame e si era poi recato nel capannone di Séran con l’impresario. Quindi l’arrivo del 118, nel tardo pomeriggio, che soccorre il commerciante ferito al punto da non avere mai ripreso un’esistenza normale. Cosa sia successo nel mentre, è il motivo del processo.