Nuova interdittiva antimafia del Questore, colpita una società di autonoleggio

14 Luglio 2021

Una nuova interdittiva antimafia è stata emessa dal Questore di Aosta, Ivo Morelli. Il provvedimento risale allo scorso 31 marzo, ma è affiorato oggi, mercoledì 14 luglio, con la pubblicazione dell’ordinanza con cui il Tar della Valle d’Aosta ha negato la sospensione cautelare dell’atto. A richiederla, depositando un ricorso, era stato il destinatario dell’interdizione, l’amministratore unico della società “Fly Cars Srls”, con sede legale ad Aosta.

Gli accertamenti del Gruppo Interforze

Dagli accertamenti del Gruppo Interforze Antimafia, l’organismo competente per la vigilanza contro la criminalità organizzata, era emerso che – a fianco dell’aver basato formalmente l’attività in Valle (pubblicizzata sul social e sul web come noleggio di autoveicoli “low cost”) – l’azienda avesse depositato segnalazioni certificate per l’inizio dell’attività in altre tre località, tra la Lombardia e la Calabria.

Stando alle valutazioni del Gruppo, la “delocalizzazione” societaria nella nostra regione – alla luce del contesto, restituito dagli accertamenti, di relazioni familiari e personali del titolare con soggetti noti alle forze dell’ordine, anche per reati associativi – avrebbe avuto, in realtà, carattere fittizio, motivato dalla volontà di eludere eventuali controlli antimafia. L’istruttoria si è così conclusa con l’emissione dell’interdizione, considerando l’operatività societaria a forte pericolo di condizionamento da parte del crimine organizzato.

Il pronunciamento del TAR

Il provvedimento del Questore inibisce l’azienda colpita a prestare la propria opera professionale a favore della pubblica amministrazione, nell’ottica di prevenire l’insinuazione della malavita nel tessuto socio-economico. Nel rigettare l’istanza di sospensione cautelare, depositata per conto del ricorrente dall’avvocato Domenico Lupis, i  giudici del Tribunale Amministrativo Regionale osservano che “la prognosi questorile circa il rischio infiltrativo poggia su un quadro di consistente spessore indiziario”, derivante dalle “costanti frequentazioni” dell’amministratore unico con “soggetti gravati da gravi precedenti penali, anche di stampo mafioso”, nonché “dai rapporti con la compagine familiare e parentale, ove figurano soggetti di indubbia caratura criminale”.

Sempre nell’ordinanza si legge che “siffatto quadro di rapporti personali e familiari, globalmente considerato, appare ulteriormente suffragato”, a prima vista, “dalle rilevate cointeressenze economiche che concorrono a corroborare l’attendibilità del giudizio prognostico svolto dall’autorità in ordine al rischio infiltrativo a carico della società ricorrente”. Respinta la domanda, il Tar ha fissato per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 16 novembre prossimo (ordinando, nel mentre, al Ministero dell’Interno di depositare i verbali delle riunioni del Gruppo Interforze Antimafia relativi al provvedimento).

I numeri dell’interdizione in Valle

Dal settembre 2015, in Valle d’Aosta sono state colpite da interdittiva antimafia cinque imprese del settore edile e del movimento terra (buona parte delle quali ha tentato la strada della giustizia amministrativa, senza però riuscire ad ottenere la revoca del provvedimento). Tra il 2017 e il 2019, interdizioni hanno riguardato anche tre aziende agricole, a seguito delle condanne di soci o componenti per reati quali la truffa ai danni dello Stato, o la truffa aggravata per il conseguimento di pubbliche erogazioni. Parliamo quindi della nona realtà aziendale ad incorrere nel provvedimento previsto dalle norme antimafia.

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