Omicidio Serban, il silenzio di Falloni davanti al giudice

23 Aprile 2021

Silenzio. E’ questa la scelta di Gabriel Falloni, il 35enne arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Aosta mercoledì sera perché sospettato dell’omicidio volontario della 32enne di origini romene Raluca Elena Serban. Comparso nella mattinata di oggi, venerdì 23 aprile, in videoconferenza dal carcere di Brissogne, dinanzi al Gip del Tribunale di Aosta per l’interrogatorio di garanzia, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato.

A difendere l’arrestato è l’avvocato Marco Palmieri di Sassari. L’accusa sul capo di Falloni, bloccato su un taxi mentre rientrava in Valle dopo tre giorni trascorsi a Genova (dove, stando alla ricostruzione degli inquirenti, si era spostato domenica, dopo l’affiorare delle prime notizie sul delitto), è di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà con cui è stato commesso. Il corpo della donna era riverso in bagno, con un profondo taglio su un lato del collo, ma l’oggetto usato per procurarlo non era nell’alloggio e non è stato trovato.

A Falloni hanno condotto diversi indizi concordanti, frutto dell’analisi sia delle immagini del sistema di videosorveglianza del condominio ove si trova l’alloggio che Raluca Elena aveva affittato da circa 3 settimane, sia del traffico telefonico. Nella ricostruzione inquirente, l’arrestato è entrato nell’alloggio di viale dei Partigiani alle 18.19 di sabato 17 aprile e ne è uscito 38 minuti dopo. Tra i due, prima dell’ingresso sono anche intercorse delle telefonate (i numeri della 32enne comparivano in alcune inserzioni su siti di escort).

All’uscita dalla casa – è l’elemento che, secondo gli agenti della Mobile, lo “inchioda” – l’uomo aveva con sé una borsa sportiva appartenente alla vittima (lo ha confermato la sorella, che precipitandosi ad Aosta da Lucca, dov’è residente, ha condotto alla scoperta della tragedia), di cui era sprovvisto all’ingresso. Quanto al movente del delitto, per gli inquirenti è “plausibile” trattarsi di una rapina finita male, considerato anche che l’indagato al momento del fermo aveva con sé una “ingente disponibilità economica”.

Nell’ordinanza che dispone la custodia cautelare di Falloni, emessa dal Gip Giuseppe Colazingari, su richiesta dei pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi, sotto l’egida del procuratore Paolo Fortuna, si legge che “il pericolo di recidivanza”, da parte del sospettato, “è elevatissimo”. Originario del sassarese, ma stabilitosi a Nus da tempo, l’operaio edile è “persona dedita alla commissione di gravi delitti contro la persona”.

Peraltro, prosegue il ragionamento del giudice, “nello stesso senso depone l’esame dei precedenti dell’indagato, condannato tra l’altro per sequestro di persona e violenza sessuale nonché per rapina e lesione personale, ciò ne disvela la proclività a delinquere”. Su Facebook, l’arrestato pubblicava annunci per la ricerca di una “addetta alle pulizie e per stirare”. Secondo alcuni commenti nelle ultime ore, si sarebbe trattato di un modo per attirare delle donne in casa.

Un “copione” simile a quello di alcune vicende giudiziarie di cui era stato protagonista in passato, accomunate dal fatto che, con delle scuse, aveva incontrato delle ragazze nella sua abitazione, tentando poi di molestarle. Secondo il Gip, la misura cautelare della custodia in carcere è motivata a carico di Falloni sussistendo “gravi indizi di colpevolezza” e il “pericolo di fuga” (visto che si era reso irreperibile dopo i fatti), ritenuto peraltro “attuale” sulla base della “personalità dell’accusato” e dell’esame “delle sue concrete condizioni di vita”.

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