Patteggiano i due “passeur” arrestati con un 13enne straniero

10 Ottobre 2019

Nessuna spiegazione sul “viaggio” interrotto a Courmayeur dalla Polizia di frontiera. Condotti oggi, giovedì 10 ottobre, in Tribunale per essere processati, i due 25enni francesi arrestati mentre tentavano di imboccare il tunnel del Monte Bianco, trasportando in auto con loro un 13enne straniero senza documenti, si sono avvalsi, nella fase di convalida del fermo, della facoltà di non rispondere. Dopodiché, per l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina hanno patteggiato, dinanzi al giudice monocratico Maurizio D’Abrusco, un anno e due mesi di reclusione ognuno.

L’accusa era rappresentata dal pm Carlo Introvigne e gli imputati erano assistiti dall’avvocato Giovanni Borney. Agli agenti che li avevano controllati, scoprendo l’assenza di parentela di entrambi con il ragazzo e chiedendo loro chiarimenti, non avevano fornito giustificazioni. I poliziotti avevano quindi ricostruito i loro movimenti, accertando che erano entrati la notte precedente in Italia, sempre attraverso il traforo, ed avevano raggiunto Milano. Dopo aver preso contatti con il minore straniero, sbarcato in Calabria il 2 ottobre, erano ripartiti in direzione Francia.

Sempre al momento dell’arresto, gli agenti in servizio alla “piastra” del traforo avevano anche appurato che i due avessero ricevuto, sui loro smartphone, messaggi sul tragitto da effettuare e sulle modalità da seguire per “evitare i controlli”. L’autovettura usata per il viaggio – una “Citroën C3” – era risultata noleggiata e i poliziotti avevano sequestrato 400 euro, trovati ad uno dei due.

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