Riforma Cartabia, cade il processo per furto alla manager Pirovano
Apertosi lo scorso settembre, e subito rinviato, si chiude ora per “estinzione del reato” – per cui senza addebiti a carico dell’imputata – il processo a Monica Pirovano, direttrice generale della Cogne Acciai Speciali, che era chiamata a rispondere di furto. Accade per effetto della riforma Cartabia: non essendo pendente una querela da parte della proprietaria del Rolex Datejust e del bracciale Tiffany che la manager era accusata di aver sottratto nel luglio 2019, il Tribunale di Torino ha preso atto dell’assenza delle condizioni di procedibilità.
I fatti erano avvenuti all’aeroporto di Caselle. Gli oggetti erano stati dimenticati da una passeggera, diretta in Sardegna con la famiglia, nella vaschetta porta oggetti dei controlli prima del volo. La Polaria, per gli accertamenti sull’accaduto, aveva controllato le immagini delle telecamere di sicurezza installate nello scalo, facendo scattare la denuncia. In una nota, la Questura di Torino aveva spiegato che gli investigatori, “utilizzando le banche date relative ai controlli passeggeri ed i riscontri incrociati sul web” erano “riusciti ad identificare la probabile autrice del furto”.
Orologio e gioiello, del valore rispettivamente di 8mila e mille euro circa, erano quindi stati recuperati, dalla Polizia, presso l’abitazione di Pirovano, quindi restituiti alla legittima proprietaria. Durante le indagini, coordinate dal pubblico ministero Chiara Maina, la manager, già presidente di Confindustria Valle d’Aosta, era stata interrogata, ribadendo la versione sostenuta sin da subito. Per lei, l’intera vicenda è un equivoco, perché gli oggetti erano stati presi per resituirli (era in fila dietro la proprietaria dei preziosi), pensando che fossero stati smarriti. Insomma, un malinteso.