Processo per carenza d’acqua al lago di Lod, assolti due imputati
Escono di scena assolti “per non aver commesso il fatto” due dei tre imputati nel processo sulla carenza d’acqua e il prelievo non autorizzato nel lago di Lod (Chamois). Si tratta dell’ex presidente del consorzio di miglioramento fondiario Renato Rigollet e del responsabile operativo ella Cervino Spa Daniele Herin. La sentenza che li scagiona dalle accuse è stata pronunciata oggi, lunedì 29 gennaio, al termine dell’udienza pre-dibattimentale che si era aperta lo scorso 20 ottobre.
I due, assistiti rispettivamente dagli avvocati Nilo Rebecchi e Corrado Bellora, avevano chiesto di essere giudicati con rito abbreviato. La discussione è avvenuta in mattinata. Entrambi erano accusati di deturpamento di bellezze naturali, a cui per il responsabile operativo della Cervino SpA si aggiungeva anche l’imputazione di furto. Il pm Giovanni Roteglia aveva chiesto al giudice Maurizio D’Abrusco di assolvere Rigollet e di comminare un anno di reclusione a Herin.
Alla richiesta di condanna dell’accusa aveva fatto seguito la parte civile ammessa a costituirsi nel processo, l’associazione Legambiente , con una istanza risarcitoria di una provvisionale di 50mila euro, avanzata nei confronti del dipendente della Cervino Spa. Decidendo per l’assoluzione di entrambi gli imputati, il giudice ha respinto anche questa richiesta.
“Sono evidentemente contento di questo esito processuale, – sottolinea l’avvocato Corrado Bellora, difensore di Herin – non solo per il mio assistito che si dimostra aver operato correttamente, ma anche per l’immagine della Cervino Spa, azienda che ha cercato da sempre di dare un servizio e di operare nell’interesse della Valle d’Aosta. Sostenevamo dall’inizio la liceità dell’operato dell’azienda e questa sentenza accoglie la nostra tesi”.
Il terzo imputato, chiamato a rispondere di deturpamento di bellezze naturali, furto e della violazione delle norme del codice dei beni culturali e del paesaggio, è il sindaco di Chamois, Lorenzo Mario Pucci. Attraverso i suoi legali, gli avvocati Fabio Fantini e Vincenzo Lepre, non ha chiesto riti alternativi, quindi affronterà il processo con rito ordinario (l’udienza è stata fissata per il prossimo 7 maggio).
Secondo la Procura, che aveva iniziato le indagini a seguito di una segnalazione di Legambiente e di un comitato a difesa del lago, l’utilizzo dell’acqua lacustre avveniva, senza le dovute autorizzazioni, a fini di innevamento artificiale. Gli accertamenti, che hanno incluso una perquisizione al complesso di approvvigionamento delle acque, sono stati condotti dalla stazione di Antey del Corpo forestale della Valle d’Aosta.
La Procura, che aveva disposto anche una perizia, riconduceva l’inizio della carenza idrica alla stagione invernale 2021-22, almeno fino all’estate 2022. Dallo stato di secca dello specchio d’acqua (situato a 2.015 metri di altitudine, sulle alture del solo comune valdostano inaccessibile in auto) sarebbe derivata, nell’impostazione accusatoria, anche la morte della vegetazione lacustre.
Argomenti che, per i due imputati in abbreviato, non hanno convinto il giudice e, considerata la richiesta di un’assoluzione giunta dallo stesso pm, hanno visto la consapevolezza della Procura sul mancato superamento, in quel caso, della soglia del“oltre ogni ragionevole dubbio”, necessaria per un pronunciamento di colpevolezza.