Sul sequestro di un locale ad Aosta botta e risposta fra Confcommercio e il Comune

08 Maggio 2024

“L’associazione stipula patti e poi, invece di dialogare, lancia moniti a mezzo stampa”. Non si è fatta attendere la risposta del sindaco di Aosta, Gianni Nuti alle accuse lanciate da Confcommercio dopo la chiusura del Wet Industry di via Tourneuve.

“Il Sindaco viene accusato di ignoranza rispetto a cosa succede in città, ma è piuttosto Confcommercio a ignorare che quando la Procura della Repubblica adotta una misura così grave, evidentemente suffragata da accadimenti altrettanto straordinari, è tenuta alla massima riservatezza e dunque non avvisa proprio nessuno, compreso il Sindaco” prosegue il primo cittadino di Aosta, ricordando come il provvedimento della Procura “nulla a che vedere con le misure previste” dal protocollo sulla Movida. “Pertanto, nessuna delle iniziative adottate all’interno della cabina di regia – che l’Amministrazione contava di riunire a breve in vista dell’imminente stagione estiva e della posa dei fonometri già acquistati – avrebbe potuto evitare quanto accaduto con l’apertura di un fascicolo a seguito di una denuncia da parte del condominio di cui il locale fa parte”.

Ieri mattina il sindaco Nuti e la vicesindaca Borre hanno incontrato il Questore di Aosta per affinare “alcune procedure coordinate di controllo e comunicazione interistituzionale insieme  sulla base degli accordi già presi al momento del suo insediamento”.

Sequestro di un locale ad Aosta, Confcommercio preoccupata

7 maggio 2024

I sigilli del sequestro sulle vetrine del Wet Industry

Sul sequestro preventivo del locale Wet Industry di via Tourneuve ad Aosta, Fipe Confcommercio esprime “preoccupazione” e accoglie “con un certo stupore la notizia che il sindaco di Aosta Gianni Nuti dichiari di aver preso tale notizia dagli organi di stampa”. “Siamo decisamente straniti – scrive l’associazione di categoria in una nota – sul fatto che il primo cittadino non sappia cosa avvenga nella sua città”.

Fipe Confcommercio richiama poi il protocollo sulla “movida” sottoscritto nel luglio dell’anno scorso, ricordando che “tra i compiti del Comune di Aosta vi è l’impegno di coordinare la cabina di regia” prevista dalla stessa intesa. Tale organismo “ha come obiettivo quello di valutare al meglio le azioni preventive onde evitare che ad altre attività accada ciò che è avvenuto al Wet Industry”, ma – osserva l’associazione – “dalla data di sottoscrizione del protocollo” tale “azione non è mai stata attivata”.

“Non contestiamo l’eventuale responsabilità dell’azienda e consci del fatto che il superamento dei limiti acustici di legge possa creare disagi ai residenti – commenta Graziano Dominidiato, presidente Fipe Confcommercio VdA – ma constatiamo che non è stato correttamente applicato il protocollo sulla movida”. “La nostra associazione – conclude – rappresenta la maggior parte dei pubblici esercizi di Aosta e proprio a tal proposito ribadiamo con forza che la soluzione non sia la chiusura delle attività, ma impegnare tutti gli attori nel rispetto del documento in questione”.

L’associazione poi guarda anche al caso della birreria accanto al locale posto sotto sequestro, che “ha annullato l’evento di venerdì per solidarietà”. “Ci auguriamo – sottolinea Fipe Confcommercio – che ciò non rappresenti il primo segnale per far accantonare da parte dei pubblici esercizi ogni tipo di attività di intrattenimento. Tali eventi sono essenziali per una città che si definisce turistica oltre che universitaria”.

Da qui, da parte dell’associazione, “un accorato appello a tutti i sottoscrittori del protocollo sulla movida per prendersi cura di tale spiacevole situazione. Non siamo ancora all’inizio dell’estate e già iniziano i conflitti e le problematiche”.

Le contestazioni al Wet Industry

La vicenda del “Wet Industry” – come si apprende dal provvedimento di sequestro preventivo del locale sottoscritto dal gip Davide Paladino – origina da una denuncia dei condomini, effettuata al Questore di Aosta. Al titolare Luca Lamberti, che risulta indagato nel procedimento aperto dalla Procura della Repubblica, viene contestato di aver disturbato il riposo delle persone, per aver diffuso, o comunque non impedito la diffusione, sino a tarda notte, di musica, anche dal vivo, ad alto volume (udibile anche all’esterno) del cocktail bar da lui gestito e “non impedendo gli schiamazzi degli avventori”.

Il reato ipotizzato, il disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, è ritenuto commesso dal giugno 2023, quindi poco dopo l’apertura del locale. Il giudice, nell’atto, richiama le indagini condotte dalla Questura, nelle quali sono stati anche sentiti alcuni condomini. Uno ha dichiarato di assumere psicofarmaci per poter avere un minimo di riposo notturno, mentre un altro ha spiegato che, in un’occasione, non era riuscito neppure a sentire il suo televisore, perché coperto “dalla voce della cantante che si stava esibendo dal vivo all’interno” del locale.

Una situazione di disagio che, dinanzi agli agenti, è stata confermata dall’amministratore condominiale Luca Vighetti, che “ha ricevuto e continua a ricevere le lamentele dei condomini” e “ha tentato, invano, di risolvere la situazione per le vie brevi, scontrandosi, tuttavia, con l’incuranza dell’indagato”. L’ordinanza del gip cita, inoltre, i ripetuti interventi delle forze dell’ordine e dà conto delle rilevazioni fonometriche curate dall’Arpa, che ha valutato di trovarsi “in presenza di un netto superamento del limite fissato dalla normativa vigente in ambiente abitativo”.

Da qui, la decisione del giudice di disporre il sequestro preventivo (finalizzato, per legge, a limitare l’aggravamento o il protrarsi delle conseguenze del reato ipotizzato), eseguito sabato scorso, nel tardo pomeriggio, dalla Divisione amministrativa della Questura. Una decisione che, sui suoi profili social, il locale ha commentato in termini di: “Stiamo già affrontando tutto con il nostro avvocato e contiamo di riaprire al più presto”.

“In questo anno di vita – ha spiegato la gestione – il Wet ha sperimentato tanto, ma mai avremmo immaginato di trovarci i sigilli al locale. In questo momento abbiamo le lacrime agli occhi, ma siamo certi che presto torneremo a ridere insieme. Aspettateci e restateci vicino!”. “Resteremo chiusi per un po’ anche al fine di sistemare il locale e risolvere il problema”, si legge sul profilo del Wet Industry.

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