Valanghe, il Direttore del soccorso: “alcune situazioni difficili da riconoscere”

19 Dicembre 2022

Il bilancio tragico del fine-settimana appena trascorso, con due vittime e due feriti, ha fatto sì che l’attenzione mediatica si sia concentrata soprattutto sulle valanghe all’Arp Vieille in Valgrisenche, al canale Tassotti (da punta Helbronner), al Colle dell’Arp (Courmayeur) e alla Pointe di Drone (nella valle del Gran San Bernardo). Per la verità, i distacchi nei due giorni del fine settimana, che ha visto molta gente sui pendii, grazie al tempo soleggiato, sono stati più numerosi, ma gli altri – spiega il direttore del Soccorso Alpino Valdostano, Paolo Comune – “si sono risolti tutti con autosoccorso, con esito positivo”.

Se la sicurezza totale nel praticare il freeride, lo scialpinismo, le escursioni con le ciaspole, o la scalata delle cascate di ghiaccio è impossibile da raggiungere, l’essere equipaggiati con le dotazioni previste (e che, in parte, sono anche divenute obbligo di legge), vale a dire Artva (l’apparecchio di ricerca dei travolti in valanga), pala e sonda, può aumentare molto le chances di salvarsi in caso d’incidente. “Per quanto riguarda la sopravvivenza in valanga, – continua Comune – nei primi 15 minuti dal distacco si ha il 90% di possibilità di sopravvivere. Dal 15° al 20° minuto, la percentuale decade in fretta. Se tutti si è equipaggiati a dovere, l’intervento dei compagni eventualmente non travolti può fare la differenza”.

Dopodiché, l’appello del Direttore del Sav riguarda la consultazione dei bollettini meteo e del rischio valanghe, diffusi quotidianamente. La lettura delle condizioni, però, non deve scadere in esasperazioni, o in valutazioni implicite. “Un grado di pericolo 3 su 5 – spiega Comune, riferendosi al weekend appena trascorso – segnala una condizione in cui è possibile fare attività outdoor su dei pendii innevati”. Non deve quindi essere automatico “bollare come incoscienti coloro che incappano in un incidente”.

A causare i distacchi, peraltro, sono delle condizioni ben precise: “questa poca neve, con brina di superficie inglobata nel manto, e la neve erosa dal vento, creano situazioni instabili” e difficili da riconoscere, “anche ad un occhio esperto”. Situazioni che debbono vedere gli appassionati delle zone con neve fresca in questo periodo tenere ben presente che, “anche se si vedono dei sassi affiorare, presenza che dà un senso di sicurezza, ci si trova in un punto delicato”.

Contemporaneamente, c’è da tener conto che – nel caso di valanghe staccate dal passaggio degli sciatori o degli escursionisti stessi (ed è avvenuto per quelle che, tra ieri e l’altro ieri, hanno causato vittime e feriti) – “basta anche solo una persona, magari pure distante, a far partire tutto il pendio”. Da lì, se la valanga si stacca, come in una sorta di loop ideale, il ragionamento riparte dall’importanza dell’autosoccorso.

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