Violenza sulle donne, a chiedere aiuto al Centro di Aosta ora sono anche i genitori di minorenni
Sono sempre più giovani e giovanissime le donne vittime di violenza che si rivolgono al Centro donne contro la violenza di Aosta. Dalla fine dell’anno scorso a varcare le porte del Centro sono anche i genitori di ragazze minorenni. Tre i casi registrati quest’anno, come racconta la presidente Anna Ventriglia. “Alcuni genitori si sono rivolti per segnalarci dei casi di violenza già eclatanti, altri per avere informazioni dopo aver registrato dei segnali su dinamiche relazionali aggressive che coinvolgono le figlie”.
Il Centro donne contro la violenza di Aosta non può direttamente accogliere delle minorenni, senza il consenso dei genitori. “La situazione è esplosa negli ultimi anni”. Dopo l’ultimo femminicidio di Giulia Cecchettin sono in tanti a chiedere interventi educativi nelle scuole, fin dalla tenera età.
“Bisogna lavorare con le nuove generazioni” evidenzia Ventriglia. Il Centro donne contro la violenza ha proposto alle scuole una formazione ad hoc per i docenti, a partire dalla scuola dell’infanzia e fino alle superiori. “E’ necessario che anche gli insegnanti siano formati sul tema affinché possano intercettare determinate situazioni e veicolare un nuovo linguaggio. Speriamo vi sia una adesione massiccia”.
Ad oggi sono già 65 i nuovi accessi nel 2023 al Centro donne contro la violenza di Aosta. Un dato in costante aumento e che vede come denuncianti “tutte donne italiane con maltrattanti italiani di ogni estrazione sociale”.
Oltre all’abbassamento dell’età, l’altro dato che colpisce le volontarie del centro è l’assenza di denunce dall’Alta Valle. “Da quando sono presidente del Centro abbiamo avuto uno o due casi. Abbiamo provato anche ad aprire uno sportello territoriale a Morgex, ma non abbiamo raccolto alcuna richiesta”.
Il Centro donne contro la violenza vede oggi attive una trentina di volontarie, di cui 15 impegnate costantemente, 7 delle quali all’accoglienza. In base all’intesa approvata nel settembre 2022 i Cav, accreditati secondo appositi Registri/Albi regionali, deve garantire un numero di telefono dedicato, attivo tutti i giorni, compresi i festivi, 24h su 24 e collegato al 1522. Un impegno importante che il Centro fatica a portare avanti a titolo volontario. Da qui la richiesta alla Regione di sostegno per consentire l’assunzione di due operatrici. Aiuto che salvo sorprese arriverà con il prossimo bilancio regionale, dove sono stati stanziati 83mila euro.
Come chiedere aiuto al Centro donne contro la violenza
344 0789888 è il numero a cui risponde (anche via sms o Whatsapp) il Centro donne contro la violenza di Aosta, dalle 8 del mattino alle 8 di sera, tutti i giorni, festivi compresi, mentre per le ore notturne il Cav locale è legato al 1522.
All’ascolto delle donne che hanno bisogno di aiuto c’è un’operatrice dell’accoglienza, adeguatamente formata. Sarà lei a raccogliere le richieste e a fissare un primo appuntamento in sede. Qui la donna verrà accolta da due operatrice che faranno una prima valutazione del rischio per capire il pericolo che corre la donna e adottare le conseguente misure. in seguito verrà costruito un progetto personalizzato per la fuoriuscita dalla violenza, che può prevedere una consulenza psicologica, legale, ma anche l’attivazione di stage e tirocini per l’avviamento al lavoro, indispensabili a fini dell’indipendenza economica.