Luciano Minguzzi e la sua umanità di ferro: le sue opere in una mostra al Castello Gamba
Un polittico metallico immenso. Il linguaggio del restauro delle opere d’arte può essere incredibilmente freddo, ma la gigantesca, per valore e mole, opera di Luciano Minguzzi, Uomini, è tutt’altro che fredda e anzi, smuove sentimenti ed emozioni. È lei il centro della mostra che il Castello Gamba ha inaugurato ieri, venerdì 12 luglio, con un vernissage che precede in realtà l’arrivo dell’immensa scultura al momento con residenza a Saint-Vincent, davanti al comune di quel paese che con Minguzzi ha da sempre avuto una relazione privilegiata.
Curata da Davide Dall’Ombra, l’esposizione anticipa e prepara infatti i visitatori all’imminente collocazione nel parco del Castello dell’opera Uomini recentemente restaurata dal Centro conservazione restauro “La Venaria Reale”, ma oltre a questo ha la funzione di valorizzare le opere Due figure – Le due amanti e Due figure in poltrona già presenti al castello, diventando l’occasione per una riconsiderazione generale del rapporto dell’artista con la Valle d’Aosta.
La mostra del Castello Gamba allarga il suo sguardo al territorio limitrofo, fino a Saint-Vincent dove sono presenti altre opere dello scultore, come il grande Crocifisso della parrocchiale e l’Uomo di Hiroshima ora alle terme.
Un percorso che prende le mosse dalla ricerca di Minguzzi sulla figura femminile, passando attraverso l’indagine delle figure a coppie, che si ritrovano, a livello formale, nei lavori di impegno civile e morale dedicati ai sopravvissuti dell’Olocausto: Uomini del Lager, ma, soprattutto, Uomini, punto di arrivo universale di questa ricerca.
E mentre si attende l’arrivo di quest’opera nei giardini del maniero di Châtillon, Uomini del Lager è finalmente esposta nella fontana del Gamba, “un grande regalo che mio nonno avrebbe apprezzato – commenta Carolina Minguzzi, nipote del celebre scultore -, anche perché era un suo grande desiderio vederle insieme in una mostra e tra poco questo diventerà realtà”.
Questa mostra segna anche un ritorno di Minguzzi in Valle d’Aosta, una terra con cui ha avuto un rapporto molto stretto, in particolare con Saint-Vincent: legame che risale al 1948 quando Minguzzi vinse il Premio Saint-Vincent nella sezione scultura, riconoscimento destinato a diventare celebre per la sua sezione dedicata al giornalismo e allargatosi quell’anno alle arti figurative. Il rapporto continuativo con la Valle iniziò alla fine degli anni Settanta, quando la S.I.T.A.V, società che gestiva il Casinò, le Terme e il Grand Hotel Billia di Saint-Vincent e sosteneva un centro culturale cittadino, acquisì numerose opere dello scultore, ancora oggi rimaste sul territorio.
La mostra sarà visitabile fino al 22 settembre 2024, tutti i giorni dalle 9 alle 19 (chiuso i lunedì di settembre).
Per info anche sugli eventi collaterali: +39 0166 563252 | www.castellogamba.vda.it