Covid, il 71% delle imprese ha ridotto il fatturato. Per quasi la metà sono a rischio i posti di lavoro
Una Valle d’Aosta a più velocità. Questo il quadro che emerge dal questionario lanciato dalla Chambre Valdôtaine – e ancora in via di completamento – sull’impatto della crisi economica legata a quella sanitaria sulle imprese valdostane.
I questionari presi in esame sono stati 2292 – ma altri 480, da elaborare, sono arrivati dal 28 gennaio ad oggi -, pari al 21,1% delle imprese registrate attive in Valle, il 31,2% delle quali sono imprese artigiane ed il restante 68,8 no.
Poco meno della metà delle imprese prevede un calo dell’occupazione
A saltare all’occhio da subito è il dato sull’occupazione, che dimostra come poco meno della metà delle imprese intervistate – il 47,8% – prevede una diminuzione del proprio organico nei prossimi sei mesi; dato bilanciato da un 47,9% che prevede un’occupazione costante e solamente un 4,3% che pensa ad un aumento.
I settori colpiti maggiormente da potenziali tagli sono il turismo (75,4%), commercio/pubblico esercizio (52,4%) e trasporti (48,8%). A spiccare tra chi pensa di aumentare il proprio personale è invece il settore dei Servi alle imprese (11,8%).
Sull’occupazione pende ancora la vexata quaestio dei licenziamenti bloccati fino al 31 marzo, con l’incognita del “poi”. L’Assessore allo sviluppo economico Luigi Bertschy spiega: “Dalle prime notizie lo scenario è ancora incerto, il 31 marzo è una data ancora in discussione a livello nazionale. Questo significa che ci si sta ponendo il problema su come sostenere l’occupazione finanziariamente ed è la stessa cosa che faremo noi. L’anno scorso sono stati stanziati 14 milioni per il sostegno al lavoro, ed il confronto sulle cifre di quest’anno comincia adesso con la politica, le associazioni di categoria e le parti sociali. Nel provvedimento allo studio ci saranno le misure per chi vorrà mantenere l’occupazione e anche per chi vorrà investire assumendo”.
L’82,5% degli intervistati ha ottenuto dei ristori
A fronte dell’emergenza, l’82,5% delle imprese intervistate dichiara di aver percepito dei ristori nel 2020, a fronte di un 17,5 che non ne ha ottenuti. Tra chi ne ha ottenuti meno ci sono proprio i Servizi alle imprese (67,2% sì, 32,8 no) ed il settore trasporti (73,8% sì, 26,3 no).
“Per i ristori – spiega il presidente della Chambre Nicola Rosset – va capito se alcune imprese non li hanno ricevuti perché l’attività andava bene, o se ad alcuni non è stato permesso dalle norme. Quindi se il ricevimento del ristoro o meno è frutto di un andamento positivo o del non raggiungimento dei necessari requisiti per riceverlo”.
Liquidità e fatturato
Oltre il 70% delle imprese intervistate riguardo la liquidità necessaria fino al 30 giugno, ha espresso esigenze inferiori a 25mila euro. Necessità maggiori, oltre i 100mila, sono state invece espresse dal settore trasporti e quello delle attività manifatturiere (pari al 5,7%).
Come prevedibile, la crisi economica che l’emergenza Covid porta con sé ha inciso significativamente sui fatturati delle aziende. Dal questionario emerge come il 71,7% delle imprese intervistate segnino una riduzione. Riduzione che si fa anche del 32% per il 27,4% delle imprese, e dal 33 al 50 per il 22,8% degli intervistati. Basso, ma significativo, il numero di chi ha visto una riduzione del fatturato oltre il 90%: si tratta di 70 imprese pari al 3,%.
C’è tutta via una quota di imprese, il 20,4%, per le quali il fatturato 2020 non ha subito variazioni rispetto all’anno precedente, oppure è, in alcuni casi, aumentato.
“È un dato che rincuora un po’ – spiega ancora Rosset -, rispetto al 2019 abbiamo quasi un 21% di imprese che non hanno perso fatturato. Tra chi lo perde dobbiamo però capire se la ricaduta può essere determinante per la loro capacità di sopravvivere”.
I settori maggiormente colpiti dalla crisi sono il turismo (con un calo del 92,8%), il commercio/pubblico esercizio (82,9%) e i trasporti (75%). A tenere sono stati invece le costruzioni (il 51,9% ha subito un calo), i servizi alle imprese (60,7%) e le attività manifatturiere (65,4%).
Diverso il discorso per le imprese agricole, che data la propria natura non possono fermare la coltivazione dei campi e l’allevamento degli animali: “Magari queste aziende non hanno problemi di fatturato in questo momento – aggiunge il Presidente della Chambre -, ma potrebbero nascerne da qui in avanti, dato l’accumulo di prodotti che potrebbero rappresentare un invenduto. Stiamo approfondendo questo tema in collaborazione con Coldiretti”.
I dati emersi sono migliori di quanto si aspettasse la Camera di commercio? “Non so dirlo – chiude Rosset -, abbiamo sottolineato che ci sono situazioni con una marcia diversa. Alcune, in piena pandemia, stanno andando bene, altre davvero molto male. Sicuramente alcuni settori ne hanno subito meno l’impatto, anzi hanno migliorato le proprie performance. Chi ha ricevuto ordini, come il settore delle Costruzioni, ma anche tra gli installatori, i manutentori, l’arredamento, visto anche per quanto tempo in più si è vissuto in casa, hanno dati migliori”.