Dagli impianti a fune ricadute per 356 milioni di euro sul territorio valdostano

28 Novembre 2024

Un “forte effetto moltiplicativo” che diventa “un motore per l’economia valdostana”. È di 356 milioni di euro – l’equivalente del  7,6% del Pil regionale del 2023 – il valore condiviso creato dagli impianti a fune valdostani nella stagione 2022-2023. Una cifra che è “sei volte i contributi stanziati per il settore negli ultimi tre anni”, si legge nelle conclusioni dello studio sulle ricadute socio-economiche delle società funiviarie controllate dalla Finaosta spa, la finanziaria regionale, realizzato dalla Althesys Strategic Consultants di Milano e presentato oggi in una conferenza stampa. 

“Il valore condiviso è un concetto che esprime la capacità delle imprese di distribuire ricchezza, benessere e occupazione oltre i propri confini, sull’intero sistema socio-economico”, dice Alessandro Marangoni, amministratore delegato della Althesys. Nello studio, il valore è stato misurato con una metodologia specifica che tiene conto delle sei società degli impianti a fune controllate dalla Finaosta – la Cervino spa, la Courmayeur Mont Blanc Funivie spa, la Funivie Monte Bianco spa, la Funivie Piccolo San Bernardo spa, la monterosa spa e la Pila spa – dei loro fornitori e del settore dell’ospitalità e dei servizi, considerando i soli utilizzatori degli impianti nelle stagioni invernali e estive 2022 e 2023. “Non abbiamo considerato i fornitori e gli effetti della spesa fuori dal territorio”, precisa Marangoni, sottolineando l’approccio “estremamente cauto” nei risultati. “Preferiamo essere criticati perché sottovalutiamo piuttosto che dare dei numeri più grandi per impressionare”, dice.

Quanto ai risultati, dei 356 milioni di euro di valore condiviso generati dal settore (pari a 2.892 euro per ogni residente della regione),  92,2 milioni sono le ricadute dirette delle attività sul sistema socio-economico, 158,2 milioni riguardano le ricadute indirette sul resto della filiera e i restanti 105,4 milioni rappresentano le ricadute indotte dei consumi, degli investimenti e del gettito fiscale sull’economia. Ciò significa che “un euro di ricavi degli impianti di risalita genera 3 euro di valore condiviso sul sistema economico valdostano – dice l’amministratore delegato di Althesys – e ogni euro di contributi stanziati per il settore negli ultimi tre anni ne genera 6″.

Il settore produce anche “il 9,4% delle entrate fiscali regionali, concorre a creare oltre 4.500 occupati a tempo pieno, l’8,2% degli occupati della regione, generando 117 milioni di salari lordi“. Non solo. Gli impianti di risalita “garantiscono un ampio ritorno economico per le attività sul territorio”, si legge nello studio. Il 60% del valore condiviso riguarda l’ospitalità che vale 212 milioni di euro e che comprende le strutture ricettive (106,7 milioni di euro), le attività sportive e commerciali (56,6 milioni di euro) e la ristorazione (50,2 milioni di euro). Il contributo nei fornitori è dato principalmente dai servizi di supporto, come le agenzie di viaggio o le consulenze, per 4,7 milioni di euro. L’edilizia vale, invece, 1,9 milioni di euro.

“L’obiettivo che ci siamo dati con questo studio è di rimarcare attraverso i risultati l’importanza che queste società hanno sul territorio e l’attenzione con cui la Finaosta deve curare il suo ruolo di azionista”, dice Paolo Giachino, direttore generale della finanziaria regionale, che da domani lascerà il posto a Mattia Michele Sisto, dopo le dimissioni volontarie.

Per l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Luigi Bertschy, “questo documento ci permetterà di fare delle valutazioni sulla gestione futura” del settore. Sta, infatti, proseguendo, da parte della Finaosta, l’aggiornamento dello studio sul futuro della governance degli impianti a fune realizzato dalla Deloitte, per cui la giunta regionale ha stanziato a settembre altri 80.000 euro. In ballo, c’è la costituzione di un’unica società. “Dobbiamo ragionare su un mercato che ormai è globale e porci come obiettivo nei prossimi anni di avere un asset societario sempre più robusto per garantire che questo prodotto possa stare nella sfida globale con i grandi comprensori – conclude l’assessore -. La cosa importante è andare avanti con lo studio per dare alla politica tutte le informazioni necessarie per un percorso graduale, senza creare divisioni sul territorio ma unioni per fare meglio e di più”.

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