In Valle cresce la fiducia degli imprenditori. Ma le chiusure del Traforo del Bianco preoccupano
Indicatori in crescita, un clima di fiducia. Ma lo “spettro” delle chiusure del Traforo del Monte Bianco desta più di una preoccupazione. Questi i dati emersi dall’indagine previsionale tra le imprese valdostane, riferita al secondo trimestre 2023, condotta da Confindustria Valle d’Aosta.
“Un clima di sostanziale fiducia”
Nel dettaglio – all’indagine ha risposto oltre il 20 per cento del campione delle imprese – il saldo ottimisti-pessimisti sale a +18 per cento per la produzione. Aumento ancora maggiore per quanto riguarda gli ordinativi che passano da +18 per cento a +25. Cala invece il ricorso alla Cig – la Cassa integrazione guadagni – che scende al 2 per cento.
Il dato sull’aumento dell’occupazione passa invece dal +12 per cento a +4, rallentamento che segnala una sostanziale saturazione dell’offerta ma che conferma un sentiero di crescita.
“Questi dati ci parlano di un clima di sostanziale fiducia per i nostri imprenditori – spiega Francesco Turcato, presidente di Confindustria Valle d’Aosta –. Le cose vanno meglio rispetto agli anni passati. Bisogna quindi continuare con coraggio a perseguire consolidamento e sviluppo della crescita”.
Un altro “salto nel vuoto”?
Tutto bene, quindi? Non proprio: “A pesare sulle prospettive del nostro tessuto imprenditoriale sembrano essere soprattutto i fattori esterni – aggiunge Turcato –. Dopo la pandemia e la guerra in Ucraina, ora il nostro territorio si prepara a un altro salto nel vuoto, quello delle chiusure del traforo del Monte Bianco per 72 mesi di qui al 2040. La nostra posizione è chiara ed è l’espressione delle richieste dei nostri associati, e l’abbiamo condivisa anche con le altre associazioni produttive con cui lavoriamo in un confronto continuo, che comprende anche la Regione”.
Le chiusure del traforo verso la Francia che cominceranno il 4 settembre – si legge nella nota di Confindustria, ma l’allarme era già stato lanciato all’alba dell’insediamento del governo Testolin –, sembrano giù condizionare le aspettative sull’export, fattore decisivo di sviluppo, visto che il saldo ottimisti-pessimisti inizia a ridursi da +26 per cento a +23. Questo, in virtù della contrazione delle attese del settore servizi.
Cala anche al 69,84 per cento il tasso di utilizzo previsto degli impianti, che però resta abbondantemente nei valori fisiologici. Anche gli investimenti previsti in questo trimestre risultano in aumento, con un saldo per gli ampliamenti che si attesta a +43 per cento mentre quello per le sostituzioni viaggia a +21.
Varia invece in maniera marginale la composizione del carnet ordini, in particolare aumentano le aziende con ordini per meno di un mese che passano da un +13 per cento del trimestre precedente ad un +31 dell’attuale. Sostanzialmente stabili invece quelle con visibilità 1-3 mesi (da +33 per cento a +31), mentre diminuiscono quelle con visibilità oltre i tre mesi (da +53 per cento a +37).
La media complessiva dei tempi di pagamento è di 63 giorni – dato in peggioramento rispetto alla precedente rilevazione – e di 61 giorni per la Pubblica Amministrazione. Infine, aumenta il numero di imprese che segnalano ritardi negli incassi, che passano da un +35 per cento del trimestre precedente ad un +55 dell’attuale.