Sì dalla Conferenza dalle Regioni al protocollo per lo sci, la ripartenza è ancora incerta

23 Gennaio 2021

Da ieri non è più la mancata approvazione del protocollo per gli impianti di risalita a ostacolare la partenza della stagione dello sci dopo il 15 febbraio. La Conferenza Stato Regioni ha ratificato, nella giornata di ieri, il documento che detta le regole per la gestione in sicurezza degli impianti di risalita e recepisce le obiezioni sollevate dal Comitato Tecnico Scientifico prima di Natale.

La situazione dello sci e del comparto rimane comunque incerta e piena di punti interrogativi: a metà febbraio buona parte della stagione invernale è passata, così come non mancano le incertezze legate all’evoluzione della pandemia, tra nuove varianti e rallentamento della campagna di vaccinazione.

L’Assessore Luigi Bertschy

Se dopo il 15 febbraio permarrà il divieto, introdotto dal Governo, di spostamento tra Regioni anche di colore giallo, la ripartenza si complica e non poco” commenta Luigi Bertschy, Assessore allo sviluppo economico, formazione e lavoro. “Per questo con le altre regioni abbiamo chiesto un incontro al Ministro Roberto Speranza per capire le intenzioni del Governo su questo fronte”.

L’incertezza dello scenario sanitario ha, quindi, indotto i decisori politici a concentrarsi sul capitolo ristori. “Stiamo lavorando affinché il meccanismo dei ristori sia adeguato e tenga in considerazione le caratteristiche dell’economia turistica di montagna che è un’attività stagionale” continua Bertschy.

Ristori: le richieste delle Regioni alpine

Così le Regioni alpine hanno elaborato un documento per i ristori del settore turismo legato alle stazioni sciistiche. Prevede la costituzione di un Fondo per gli operatori economici del settore turismo invernale legato alle stazioni di sci a cui si propone di far accedere aziende o lavoratori autonomi appartenenti ai codici Ateco propri del settore turistico invernale e aziende appartenenti all’indotto che hanno subito un calo del fatturato del 33% della stagione invernale passata.

I ristori, propongono le regioni, dovrebbero coprire dal 30% al 50% delle perdite di fatturato a seconda della dimensione delle aziende. A questa misura si aggiunge la richiesta di misure una tantum per i lavoratori del settore a compensazione del mancato reddito che vengono stimate in 2mila euro per i mesi di gennaio e febbraio, a cui vanno andrebbero aggiunti altri 2.000 Euro per marzo-aprile in caso di non assunzione. In alternativa le Regioni interessate chiedono un trasferimento di un volume di risorse, stimate in 4,5 miliardi complessivi, per attivare autonomamente interventi analoghi.

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